THC nel latte materno: effetti sull’allattamento

La ricerca evidenzia la presenza di THC nel latte materno anche dopo 12 ore di astinenza, sollevando preoccupazioni sull’esposizione dei neonati. L’accumulo di THC e l’assenza di un periodo sicuro per l’allattamento sono punti chiave.

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L’impatto delle basse dosi ripetute di THC sullo sviluppo dei neonati non è chiaro. (Natalia Deriabina/Shutterstock.com)

I genitori che allattano e fumano cannabis hanno livelli rilevabili di tetraidrocannabinolo (THC) nel loro latte anche dopo aver astenuto dalla droga per più di 12 ore, ha scoperto una nuova ricerca. Gli autori dello studio avvertono che potrebbe essere impossibile prevedere quanto tempo aspettare dopo essersi fatti uno spinello prima di poter allattare in sicurezza, poiché non è chiaro se il cannabinoide si accumuli a livelli sufficienti per influenzare lo sviluppo dei neonati.

Il THC, principale composto psicoattivo della cannabis, è associato a esiti negativi quando i neonati sono esposti prenatalmente. Tuttavia, la sua influenza sulla composizione del latte materno umano è ancora poco nota. Per indagare, i ricercatori hanno raccolto il latte da 20 madri che allattavano, tutte consumatrici di cannabis almeno una volta alla settimana con bambini di età inferiore ai 6 mesi.

I campioni sono stati prelevati in cinque diversi momenti dopo l’uso di cannabis, con un campione di base fornito dopo un periodo di almeno 12 ore senza fumare. Sorprendentemente, dopo l’astinenza di almeno 12 ore, le concentrazioni di THC nel latte erano ancora misurabili per tutti i partecipanti, indicando che i neonati consumano quantità misurabili di THC dall’allattamento al seno, anche dopo 12 ore di astinenza dalla cannabis.

L’autrice dello studio, Courtney Meehan, ha spiegato che i cannabinoidi come il THC tendono ad accumularsi nel latte umano a causa della loro lipofilia, cioè la capacità di sciogliersi nei lipidi presenti nel latte. Questo potenziale accumulo potrebbe influenzare i neonati che assumono il latte materno contenente THC.

Un’ulteriore analisi ha rivelato che non c’è un momento preciso in cui i livelli di THC raggiungono il picco dopo l’uso di cannabis. Per le madri che hanno assunto la droga una sola volta durante lo studio, le concentrazioni di THC sono aumentate tra 30 minuti e 2,5 ore prima di diminuire. Al contrario, per coloro che hanno fatto uso ripetuto di cannabis, si è registrato un aumento continuo del THC nel latte materno.

Questi risultati indicano che non esiste un periodo definito in cui le madri possono allattare senza esporre i neonati al THC. A differenza dell’alcol, non esiste un momento chiaro in cui i cannabinoidi esogeni nel latte tornano ai livelli di base.

Nonostante la presenza di THC nel latte materno, la concentrazione è rimasta bassa in tutti i momenti. Tuttavia, non si può garantire la sicurezza poiché gli effetti di dosi basse e ripetute di THC nei neonati non sono stati sufficientemente studiati.

Infine, i genitori che allattano devono essere consapevoli che se consumano cannabis, i loro neonati potrebbero assumere cannabinoidi attraverso il latte, senza conoscere gli effetti su di loro. È importante considerare attentamente questa situazione per garantire la salute dei neonati in via di sviluppo.

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