Canyon sommersi nel Mediterraneo, quali rischi per le coste italiane?

I nostri mari nascondono un segreto: canyon sommersi nel Mediterraneo, ovvero tunnel sottomarini naturali che si caratterizzano per la ricchezza di biodiversità ma che possono potenzialmente mettere a rischio la sicurezza dei porti ma anche di strade o ferrovie, motivo per cui l’Ogs ha deciso di avviare uno studio per monitorarli. L’obiettivo è capire quanto questi canyon profondi, percorsi da impetuose correnti, possano risultare pericolosi per le coste italiane: si tratta di vere e proprie incisioni lungo i fondali che ad oggi non sono mai stati seriamente analizzati ma che possono creare problemi anche seri ai paesi affacciati sul Mediterraneo. Sembra ne esistano circa 800 in tutto il mondo, un centinaio dei quali nel mar Mediterraneo: quelli degli oceani sono immensi come il Monteray della California, una voragine larga ben 153 km e che si spinge sino a 3600 metri di profondità.

Canyon di Ciro Marina

Canyon di Ciro Marina

Quelli del Mediterraneo incidono i fondali delle coste fino al centro del bacino: grazie alle nuove tecnologie è stato possibile approfondire le caratteristiche di queste complesse strutture sottomarine ma anche sui rischi ad esse associati. Ci si concentra in particolare sulla Calabria, dove è presente un canyon scoperto da poco e considerato unico al mondo. Qui, spiega Silvia Ceramicola, geologa marina presso l’Istituto Nazionale di Oceanografia e Geofisica Sperimentale “il settore marino si sta abbassando, mentre quello emerso si sta sollevando”. Ne deriva una costa particolarmente dinamica con potenziali rischi, con il rischio che il canyon possa svilupparsi verso la linea della costa mettendo a rischio le infrastrutture. Diventa importante dunque intervenire per evitare danni seri ai porti e alle strade, con il rischio che un giorno si debba addirittura spostare l’intero porto. Altri canyon sono rintracciabili nei pressi di Ischia, dell’Asinara e dello stretto di Messina. Oppure quello di Gioia Tauro, noto perchè provocò, nel 1977, una frana sottomarina.