La Scienza e i Calci di rigore: il segreto per fare gol

Tutti i calciatori sognano il calcio di rigore perfetto e i portieri la parata perfetta di un calcio di rigore. Si vedono sovente bambini e ragazzini col pallone che anziché giocare una partita si allenano ai calci di rigore: uno resta in porta e gli altri si allenano a turno per fare gol. Il calcio di rigore è allo stesso tempo un desiderio e un terrore, desiderio che spesso riesce a risolvere una partita e terrore quando viene sbagliato dal giocatore o parato dal portiere. Nelle importanti competizioni internazionali come i Mondiali e le Coppe è risolutivo quando vi è un pareggio anche dopo i tempi supplementari e diventa un supplizio sia per i giocatori chiamati a tirare che per gli spettatori.

Prima del tiro i due contendenti si osservano cercando di capire quale potrebbe essere il lato migliore del tiro o del tuffo ed ora sembra che la tecnica abbia una base scientifica come la statistica e che quindi la scienza possa suggerire al calciatore come tirare senza farsi parare dal portiere e al portiere come parare più facilmente.  Attraverso i numerosi dati a disposizione gli scienziati sono in grado di studiare i meccanismi decisionali di chi è sottoposto ad una forte tensione ed effettuando una ricerca su 361 calci di rigore battuti nelle partite giocate tra il 1976 e il 2012 dei mondiali di calcio si sono accorti che molto è idea personale e poco è scienza. Infatti se una serie di rigori vengono battuti dalla stessa parte stranamente il portiere tende a ignorarla e a tuffarsi dalla parte opposta.

Sarà forse per scaramanzia o per la legge delle probabilità? Quindi gli studiosi suggeriscono di lanciare la palle dalla stessa parte del giocatore precedente perchè il portiere si tufferà dalla parte opposta, come dimostra il 55% dei casi studiati e come ha dimostrato il calciatore Jordan Henderson che il 3 luglio scorso, negli ottavi di finale contro la Colombia, si è fatto parare un rigore calciato a sinistra dopo che i due compagni prima di lui avevano calciato a destra.

Un‘altra stranezza è la poca propensione del giocatore a tirare centralmente, tende infatti a lanciare a destra o a sinistra del portiere, il quale a sua volta tende mmaggiormente a tuffarsi lateralmente e quasi mai resta fermo al centro, e anche qui la statistica dimostra che se solo il 17% dei calci viene indirizzato al centro, l’81% di questi si trasformano in gol contro solo il 70% dei laterali. Così per paura di fare una brutta figura e per non uscire dagli schemi, secondo il parere di Daniel Khaneman, psicologo israeliano e premio Nobel per l’economia, nessuno batte i calci al centro. Allo stesso modo i portieri non decidono mai di rimanere fermi ad aspettare il pallone, decisione che nel 60% dei casi risulta vincente, ma che non è amata dai portieri che hanno l’impressione di non avere tentato il tutto per tutto.