Perché lo stop della rotazione terrestre provocherebbe giganteschi tsunami?

La mancanza dell’energia centrifuga data dalla rotazione del nostro pianeta verrebbe a mancare e l’acqua si spingerebbe velocemente verso le zone in cui la gravità risulta maggiore. Lo scenario apocalittico spiegato attraverso un modello.

Che la rotazione della Terra sia in costante rallentamento è un dato, ormai, oggettivo; un fenomeno lento, che non produrrà nessun effetto visibile per i prossimi milioni di anni. Ma cosa accadrebbe se la rotazione del nostro pianeta diminuisse fino ad arrestarsi del tutto? A chiederselo è stato il ricercatore Witold Fraczek che, attraverso dei modelli di ”geomodellazione” ha riprodotto lo scenario dello ”stop della rotazione terrestre”. La mancanza dell’energia centrifuga, che ora funge da equilibrio tra la gravità e la spinta degli oceani, spingerebbe questi ultimi verso i poli lasciando una vasta area asciutta all’Equatore.

Perché lo stop della rotazione terrestre provocherebbe giganteschi tsunami?

Un supercontinente separerebbe due sconfinati oceani polari: uno boreale e uno australe a sud. A partire dal 41° parallelo a nord e dal 34° a sud qualsiasi cosa sarebbe sommersa dall’acqua dei nuovi mari. Le prime aree ad essere oggetto del colossale tsunami sarebbero il Canada e la Siberia. Ma anche l’Italia non se la passerebbe così bene. L’intera area a nord di Napoli sarebbe sommersa, tranne qualche cima delle Alpi mentre le giornate durerebbero un anno intero.