Il caffè, rituali e mito: dal cinema al consumatore medio

La bevanda più bevuta al mondo dà molti benefici. Attenzione, però, a non abusarne.

Il caffè è sempre stato onnipresente nella storia dell’umanità. Dalle leggende arabe da dove proviene, si passa alla grande stagione del cinema western, dove il caffè, preparato per bollitura, viene consumato al crepuscolo, davanti ad un fuoco acceso nella prateria. Nel film di Totò “Miseria e Nobiltà” addirittura si parla di caffelatte senza caffè e senza latte! Ovvero il piacere di berlo è più forte della possibilità stessa. In un altro capolavoro ”La banda degli onesti” Totò spiega al signor Lo Turco che il capitale è lo zucchero e la tazza del caffè il capitalista, salvo poi approfittare del capitale e venire ripreso dal barista.

Il caffè, rituali e mito: dal cinema al consumatore medio

Simpatica pratica della Napoli di primo novecento, quella del caffè sospeso. Consisteva nell’abitudine dei clienti più abbienti che si recavano al bar, di pagare due caffè e consumarne uno solo, lasciandone uno omaggio per il prossimo avventore o per chiunque lo avesse richiesto. Nel filone della commedia sexy all’italiana in ”Vieni Avanti Cretino” Lino Banfi ci fa ridere impazzendo con due consumatori di caffè e tra gaffe e incomprensioni ne beve almeno quattro, lui, cameriere indaffarato. In riferimento a persone sane si può affermare che fino a 3 tazzine di caffe/die possono essere bevute. Meglio se a fine pasto piuttosto che a stomaco vuoto. Il piacere del caffè per gli attori si trasmette agli spettatori che ai tempi nostri sono sempre più convinti di ciò che bere ogni giorno. Berlo da soli o in compagnia, in cialde o capsule fa di noi dei palati fini e dei furbi buongustai visti gli effetti benefici.