USA: emergenza nazionale, si teme boom di casi

Con l’introduzione di un efficace sistema di test, i casi positivi al Coronavirus potrebbero mettere in difficoltà le strutture ospedaliere.

Anche gli Stati Uniti dichiarano lo stato di emergenza nazionale, per l’avanzare, sempre più rapido, dell’epidemia di Coronvirus. Nel corso di alcune dichiarazioni rilasciate alla stampa, Trump ha dichiarato come il suo paese abbia fatto ”passi in avanti” nella lotta alla pandemia prima degli altri con la chiusura dei confini. Pieni poteri al Segretario alla Salute, che potrà “bypassare una serie di leggi e regolamenti per garantire che gli operatori sanitari abbiano più flessibilità per combattere il virus”. Con la dichiarazione di emergenza, il settore sanitario degli Stati Uniti riceverà 50 miliardi di dollari. Le risorse saranno spese per ampliare i sistemi di di prevenzione ed aumentare i test. Il presidente ha annunciato, in particolare, l’introduzione di un tele-diagnosi e un test ‘drive-in’, ovvero un dispositivo in grado di rilevare la presenza di Coronavirus direttamente in auto. La tele-diagnosi, invece, funzionerà attraverso un sito internet: chiunque descriverà i sintomi, riceverà una risposta che consiglierà o meno di realizzare un test.

USA: emergenza nazionale, si teme boom di casi

Ad oggi i casi di Coronavirus negli USA sono 2.033 e il bilancio dei morti è di 47 con contagi in 46 dei 50 stati. Ad annunciarlo è il vice presidente americano Mike Pence, nella conferenza stampa insieme Donald Trump. E proprio la valanga di tamponi che saranno effettuati, in ogni ambito, fanno tremare il personale medico delle Emergency Room. Con la scoperta di nuovi casi, le terapie intensive potrebbero riempirsi in pochi giorni mettendo a dura prova il sistema sanitario americano. “Non sono uno statistico o un epidemiologo – dichiara Johns Hopkins – ma siamo di fronte alla possibilità che il 60% degli americani possa essere contagiato”. E potrebbe essere il personale medico a vivere le condizioni peggiori, vista la mancanza di protezione con la quale sono stati accolti i pazienti fino ad oggi nelle varie strutture.