Pergamene di Shapira: identificato il più antico manoscritto biblico mai scoperto

L’oggetto fu scoperto nel 1883 in una grotta vicino al Mar Morto e, secondo il proprietario originale, potrebbe essere stato nelle mani del profeta Mosè stesso.

Secondo uno studio pubblicato mercoledì sulla rivista tedesca, le pergamene di Shapira, un presunto manoscritto biblico venduto da un collezionista al British Museum alla fine del XIX secolo, ma successivamente respinto come falso e successivamente perduto, potrebbe essere stato il più antico frammento di scritture mai scoperto. Il manufatto, che consisteva in 15 strisce di cuoio con un testo paleo-ebraico quasi illeggibile perché ricoperto da una sostanza scura, fu ritrovato nel 1883 in una grotta vicino al Mar Morto. Venne acquistato da Moses Willhelm Shapira, un antiquario polacco con sede a Gerusalemme, che aveva già venduto centinaia di oggetti, sia autentichi che fasulli, a musei e collezionisti europei. Il contenuto dei frammenti corrispondeva al libro del Deuteronomio, sebbene contenesse meno leggi e più narrativa storica sulle parole di Mosè rivolte agli Israeliti, così come un undicesimo comandamento: “Non odierai tuo fratello nel tuo cuore: io sono Dio, il tuo Dio “. Shapira, che sosteneva che l’oggetto fosse il manoscritto originale del Deuteronomio e che forse era nelle mani del profeta Mosè stesso, lo offrì al British Museum per un milione di sterline.

Pergamene di Shapira: identificato il più antico manoscritto biblico mai scoperto

Tuttavia, dopo aver esposto al pubblico due frammenti per un breve periodo, gli esperti conclusero che il rotolo era un falso. L’evento ha rovinato la reputazione di Shapira, che fuggì da Londra e in seguito si è suicidato. L’oggetto fu venduto all’asta nel 1885 a un prezzo molto basso per poi andare perduto. Recentemente, Idan Dershowitz, ricercatore presso l’Università di Potsdam (Germania) e autore della nuova ricerca, ha ricostruito il testo del Pergamene di Shapira sulla base di trascrizioni, disegni e altri documenti contemporanei. E in questo modo è giunto alla conclusione che l’evidenza linguistica – sia lessicale che sintattica – e letteraria consentono di datare l’oggetto all‘epoca del Primo Tempio ( 957-587 a.C. ), confermandone così l’autenticità. In questo modo, le pergamene di Shapira avrebbe superato, per antichità, anche i Rotoli di Qumran, realizzati tra il 250 aC. C. e 66 d. C., i più antichi testi biblici finora conosciuti. Per Dershowitz la perdita del Rotolo di Shapira è stata “una tragedia per la disciplina degli studi biblici’‘.