Funghi su Marte? Lo sostengono alcuni scienziati in uno studio. La comunità scientifica nega

Gli autori di uno studio hanno analizzato immagini scattate dai rover Curiosity e Opportunity sostenendo che sul pianeta rosso crescano colonie di funghi. Scettica la comunità scientifica

Da Marte arriva una notizia curiosa che fa storcere il naso alla comunità scientifica. Se ne parla in uno studio, al momento in attesa della pubblicazione sulla rivista Advances in Mcrobiology, sul pianeta rosso starebbero crescento dei funghi e fa riferimento ad una serie di analisi di immagini scattate dai rover Opportunity e Curiosity della Nasa. Intitolato “Funghi su Marte? Evidenze della crescita e del comportamento da immagini sequenziali”, lo studio sta facendo inevitabilmente discutere ancor prima della pubblicazione ufficiale: sono 11 gli autori di vari Paesi ed istituzioni i quali avrebbero utilizzato dei cerchi rossi per indicare una serie di strutture che potrebbero somigliare sia a delle rocce che, secondo loro, al ‘vescia’, un tipo di fungo. Tra le pagine dello studio si legge: “I funghi crescono in ambienti a radiazione intensa. Foto sequenziali documentano che specie marziane simili a funghi emergono dal suolo e aumentano di dimensioni, incluse quelle che somigliano a funghi vescia”.

Ma non solo perchè gli autori ritengono che alcuni funghi siano ‘ricresciuti’ dopo essere stati distrutti dalle ruote di uno dei rover. Aggiungendo, fatto questo ancor più sbalorditivo, che “alcune specie simili a funghi-batteri neri avrebbero iniziato a crescere sui rover stessi”. Gli esperti ritengono che vi siano colonie di funghi neri ma anche di muffe, alghe, specie che riducono lo zolfo e metanogeni che scompaiono in inverno per poi riformarsi in primavera. Se da un lato la Nasa sostiene che le strutture da loro indicate possano essere la conseguenza dello scioglimento del ghiaccio di anidride carbonica stagionale, gli autori ritengono invece che il ghiaccio sia di un colore bianco semitrasparante e non nero.

“Crescita, movimento e cambiamenti nella forma e nella posizione costituiscono un comportamento e supportano l’ipotesi che ci sia vita su Marte”, sostengono gli autori pur specificando che “le somiglianze nella morfologia non sono la prova di vita” e che “minerali, erosione e forze geologiche sconosciute” potrebbero spiegare le caratteristiche nelle immagini. La comunità scientifica si è tra l’altro detta estremamente scettica ed è convinta che non si tratti assolutamente di funghi, sottolineando come per trarre tali conclusioni sia stata utilizzata una metodoliga imprecisa. Ed evidenziando tra l’altro la presenta nel gruppo di studio di Tiger King, soprannome di Rhawn Gabriel, un uomo che sin dagli anni ’70 sostiene che su altri pianeti sia già stata scoperta la vita. “Tutte le prove disponibili suggeriscono che la superficie di Marte non è ospitale per la vita“, ha dichiarato Brendan Burns, astrobiologo dell’Università del New South Wales in Australia. Insomma, l’esistenza di funghi su Marte, è di per sè altamente improbabile.