Collocato a 200 milioni di chilometri dalla Terra, l’oggetto è stato definito come un ‘”corpo unico” nel Sistema Solare.
Gli astronomi sono riusciti a sviluppare un modello 3D di un asteroide con una particolare forma ad osso di cane in orbita attorno al Sole, nella fascia di asteroidi tra Marte e Giove. Si tratta di Cleopatra, un corpo celeste scoperto circa due decenni fa e situato a 200 milioni di chilometri dalla Terra (in fase di perigeo), che presenta due lobi, uno più grande dell’altro, collegati da un sottile ‘collo’. “Kleopatra è davvero un corpo unico nel nostro Sistema Solare“, ha spiegato l’astronomo Franck Marchis, dell’Istituto SETI e del Laboratorio di Astrofisica di Marsiglia (Francia), che ha guidato la ricerca condotta con il Very Large Telescope (VLT) dell’European Southern Osservatorio. In questo modo hanno ottenuto immagini dettagliate dell’asteroide che, secondo quanto pubblicato questo giovedì 9 settembre su Astronomy & Astrophysics, avrebbe prodotto due lune attraverso un processo di ”perdita di materiale”. Si tratta di AlexHelios e CleoSelene, dal nome dei figli della regina d’Egitto. “La scienza impara molto grazie allo studio di oggetti dalla forma strana. Penso che Kleopatra sia uno di questi e la comprensione di questo complesso e multiplo sistema di asteroidi può aiutarci a saperne di più sul nostro Sistema Solare” , ha spiegato Marchis.
Per perseguire il loro obbiettivo, gli esperti hanno utilizzato le immagini catturate dallo strumento SPHERE (Exoplanet Search with High Contrast Spectropolarmeter), grazie al quale hanno sviluppato modelli 3D accurati immortalando l’oggetto da diverse angolazioni mentre ruotava. In questo modo ne hanno registrato la forma, il volume e la lunghezza, pari a 270 chilometri. Un secondo studio ha analizzato le orbite di AlexHelios e CleoSelene scoprendone notevoli elementi di curiosità ed inaspettati. La stima delle orbite ha consentito anche di ricalcolare la massa dell’asteroide, che si è rivelata inferiore del 35% rispetto alle previsioni. Il passo successivo è stato calcolare la densità di Kleopatra, risultata inferiore a quella indicata in precedenza. Ciò suggerisce che abbia una struttura porosa, motivo per il quale l’asteroide è stato definito come un “mucchio di macerie” di rocce che si ”tenevano a malapena insieme”. La rotazione, molto rapida a causa della forza centripeta, ha portato all’espulsione del materiale dalla superficie che, nello spazio, si sarebbe fuso per formare le lune che oggi orbitano intorno alla formazione.