Eseguito su un uomo il primo trapianto con un cuore di maiale geneticamente modificato

Un uomo di Baltimora riceve il primo trapianto con un cuore di maiale geneticamente modificato.

Trapianto di cuore
Fonte foto: Twitter di @rete22ottobre

Su David Bennett, un uomo statunitense dell’età di 57 anni e con una patologia cardiaca allo stadio terminale, è stato eseguito il primo trapianto con un cuore di maiale geneticamente modificato. Questo incredibile intervento chirurgico è stato svolto presso il Centro medico dell’Università del Maryland di Baltimora dall’equipe guidata dal chirurgo Bartley Griffith.

La difficile operazione è perfettamente riuscita e l’uomo si sente bene. I medici che hanno eseguito il primo intervento chirurgico trapiantando un cuore di maiale geneticamente modificato, hanno spiegato che: “Questo trapianto ha dimostrato per la prima volta che un cuore di un animale geneticamente modificato può funzionare con un cuore umano, senza un immediato rigetto da parte del corpo”. Questo è quanto riportato da ‘cbsnews.

Addirittura, prima di sottoporsi all’operazione, il 57enne era considerato non idoneo ad un trapianto di cuore convenzionale, perché le sue condizioni di salute erano molto gravi e lo costringevano a stare a letto attaccato ad una macchina salvavita. A sole 24 ore dall’intervento il signor Bennett si è trovato dinanzi a due scelte: o sottoporsi all’operazione oppure morire e, malgrado la consapevolezza di stare per fare un salto nel vuoto, la sua volontà è stata quella di voler vivere e quindi di accettare questo “intervento sperimentale”.

L’intervento chirurgico, eseguito alla vigilia di Capodanno e durato sette ore, è stato concesso grazie all’autorizzazione di emergenza da parte della Food and Drug Administration (FDA), concedendo appunto il permesso di sottoporre l’uomo al primo trapianto con un cuore di maiale geneticamente modificato, dal quale sono stati eliminati alcuni geni che avrebbero rigettato l’organo.

Come ha spiegato il chirurgo Griffith questo eseguito sull’uomo di 57 anni: “Si tratta di un intervento chirurgico rivoluzionario, che ci avvicina di un passo alla soluzione della crisi della carenza di organi. Stiamo procedendo con cautela, ma siamo anche ottimisti sul fatto che questo intervento chirurgico primo al mondo fornirà un’importante nuova opzione per i pazienti in futuro”.