I pozzi erano posti lungo la strada che collegava l’Egitto con la Palestina, in un’area arida.
Un team di archeologi egiziani, guidati dalla ricercatrice Ramadan Helmi, che opera nella regione di Tel-Kadwa, nel nord del Sinai, ha annunciato la scoperta di ben cinque pozzi d’acqua realizzati durante la XXVI dinastia, tra il 664 ed il 525 a.C. Scoperte vicino alla di Al-Kadwa, le strutture si trovavano sulla cosiddetta via “Horus Al-Harbi”, l’antica “Strada di Horus” che collegava l’Egitto alla Palestina, lunga oltre 220 chilometri.
Già nelle antiche iscrizioni realizzate ai tempi di Sethi I, nella Grande Sala Ipostila a Karnak, erano emersi dei riferimenti ad una vasta una rete idrica che approvvigionava l’area arida, ma fino ad oggi non erano mai state portate alla luce tracce archeologiche. I pozzi scoperti sono cinque, di cui uno realizzato con anelli di ceramica disposti uno sull’altro, dal diametro di un metro e con tre buche laterali per consentire sia la salita e la discesa. Nadia Khidr, direttrice degli scavi nella fortezza di Al-Kadwa, ha spiegato di aver scoperto un magazzino di oltre 12 per 4 metri, risalente all’epoca Saitica, con all’interno dei contenitori utilizzati come serbatoi d’acqua. Il team di archeologi ha scoperto anche i resti di forni, forse laboratori per la fusione di rame grezzo, nei quali sono state rinvenute parti di lega di rame in forme circolari.