Le luci artificiali notturne delle città alterano i ritmi circadiani delle piante, allungando così la stagione dei pollini

I pollini purtroppo hanno una maggiore durata a causa delle luci notturne artificiali delle città.

luci notturne artificiali
Fonte: Pexels di Andrey Grushnikov

Chi è allergico lo sa bene; la stagione primaverile è deleteria per la salute a causa della moltitudine di pollini che volteggiano nell’aria e provocano riniti allergiche, occhi rossi e lacrimanti e starnuti a volontà.

Quello che forse invece non molti sanno è che le stagioni dei pollini sembrano durare di più a causa delle luci delle città che influenzano il ciclo vitale delle piante e il loro ritmo circadiano, quello che regola il sonno e la veglia in relazione alla luce solare, per intenderci.

In uno studio pubblicato su PNAS Nexus, Yuyu Zhou, uno degli autori afferma: “L’impatto è significativo. Negli Stati Uniti la luce artificiale anticipa notevolmente gli eventi fenologici (relativi allo sviluppo delle piante ndr) primaverili e ritarda quelli autunnali”. E inoltre dichiara che entro la fine del secolo l’emissione annuale del polline “probabilmente crescerà del 16–40 per cento considerando le sole variazioni di piogge e gradi centigradi”.

In sintesi anche le stagioni ne risentiranno, infatti la primavera potrebbe iniziare con 10-40 giorni di anticipo rispetto a oggi e durare 2-19 giorni di più. Anche in Italia si sta studiando il fenomeno da tempo; Renato Ariano, responsabile di Aaito, l’associazione formata da allergologi e immunologi che gestisce la rete italiana di monitoraggio dei pollini, e che studia il fenomeno dagli anni Ottanta, sostiene: “Respiriamo una miscela di pollini di periodi dell’anno diversi. Pensiamo ancora in termini di inverno e primavera, invece assistiamo sempre più di frequente a ondate di freddo improvvise.”

E sebbene al momento assistiamo appunto ad un sovrapporsi di stagionalità, in passato infatti le querce rilasciavano il polline prima della betulla, ora invece le loro stagioni polliniche si accavallano, Ariano dichiara: “Non è detto che ci siano più pollini ma ci sarà senz’altro un clima che darà fastidio ai soggetti allergici. È probabile che in futuro la primavera sarà sempre più secca e che certe piante non fioriranno più”.