OMS: rischio influenza del cammello per i tifosi che tornano dal Qatar

L’OMS ha spiegato che dalla scoperta di questa malattia, circa il 35% dei pazienti diagnosticati è morto, ma potrebbe trattarsi di una sovrastima del vero tasso di mortalità.

L’Health Security Agency (HSA) del Regno Unito ha esortato i medici a vigilare sui tifosi di calcio che tornano dai Mondiali in Qatar che soffrono di febbre, difficoltà respiratorie, tosse, vomito e diarrea. Quelli appena indicati sono, infatti, i sintomi associati alla zoonosi respiratoria potenzialmente mortale chiamata “influenza del cammello“, causata dal coronavirus MERS-CoV, come riportato dalla dichiarazione dell’HSA citata da The Sun, questa domenica. L’HSA ha avvertito i medici di “stare attenti” sulla possibilità che i tifosi della Coppa del Mondo tornino a mostrare segni della sindrome respiratoria mediorientale (MERS). Sebbene il rischio di infezione da questo virus zoonotico per i residenti nel Regno Unito sia molto basso, “potrebbe essere più elevato in coloro che sono esposti a specifici fattori di rischio all’interno della regione, come i cammelli“. “ La MERS può essere acquisita a stretto contatto con i cammelli o consumando prodotti di cammello, come il latte di cammello non pastorizzato“, afferma la dichiarazione.


Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), circa il 35% dei pazienti con diagnosi di sindrome respiratoria è deceduto. Tuttavia, questa cifra potrebbe rappresentare una sovrastima del vero tasso di mortalità, poiché i sistemi di sorveglianza esistenti potrebbero non rilevare casi lievi di MERS. L’OMS ha spiegato che non esistono terapie specifiche per la MERS-CoV, ma solo un trattamento di supporto che si basa sulle condizioni cliniche del paziente. Ad oggi, inoltre, non è disponibile alcun vaccino, tuttavia molti sono in fase di sviluppo clinico. Dall’identificazione di MERS-CoV nel 2012, 27 paesi hanno segnalato casi di MERS-CoV all’OMS: Algeria, Austria, Bahrein, Cina, Germania, Arabia Saudita, Egitto, Emirati Arabi Uniti, Stati Uniti d’America, Filippine, Francia, Grecia , Italia, Giordania, Kuwait, Libano, Malesia, Oman, Paesi Bassi, Qatar, Regno Unito, Repubblica di Corea, Repubblica islamica dell’Iran, Tailandia, Tunisia, Turchia e Yemen. L’OMS ha concluso che i focolai di MERS-CoV non costituiscono comunque un’emergenza sanitaria pubblica di interesse internazionale e non raccomanda restrizioni di viaggio e commerciali o particolari sistemi di screening.