Nuova foresta di Kelp scoperta alle Galapagos

La ricerca condotta dalla Charles Darwin Foundation riveste importanza per la scoperta di una nuova specie di questo tipo di alga, che in precedenza si trovava principalmente nelle acque più fredde.

María Altamirano, ricercatrice del Dipartimento di botanica e fisiologia vegetale dell’Università di Malaga , fa parte del team scientifico che collabora al progetto Seamounts guidato dalla Charles Darwin Foundation (CDF). Il progetto ha scoperto una vasta foresta di alghe sulla cima di una montagna sottomarina a una profondità di circa 50 metri nelle isole Galapagos meridionali. Il significato della ricerca, pubblicata su Marine Biology , risiede nella scoperta di una nuova specie di alghe nella regione e forse nella scienza. Condotta in collaborazione con il Galapagos National Park Directorate e National Geographic, questa ricerca ha caratterizzato l’ecologia di questo nuovo ecosistema.
Le alghe marine sono alghe brune, famose per raggiungere dimensioni molto grandi, che formano foreste marine ad alta densità. Simili alle barriere coralline e alle mangrovie, queste foreste sono molto importanti per il mantenimento della biodiversità marina, in quanto forniscono protezione e cibo a molte specie. Poiché le alghe sono specie di acqua fredda, la maggior parte di queste foreste si trova esclusivamente nelle regioni caldo-fredde o polari e nelle zone costiere poco profonde perché necessitano di luce costante. Tuttavia, questa foresta di alghe della Riserva Marina delle Galapagos si trova in una regione tropicale lontana dalle zone costiere. Il significato di questa ricerca, condotta dalla Charles Darwin Foundation, risiede in un nuovo record di specie di questo tipo di alga che, fino ad ora, è stato trovato principalmente in acque più fredde. Credito: Fondazione Charles Darwin/Università di Malaga.

Poiché le immersioni subacquee standard sono limitate a una profondità di 40 metri, i team di ricerca di CDF si sono affidati a nuove tecnologie, come i veicoli telecomandati (ROV), per esplorare, documentare e caratterizzare questi ecosistemi di acque profonde. Infatti, grazie all’installazione di un artiglio meccanico al ROV, nel 2018 la professoressa María Altamirano, che era nell’arcipelago come coordinatrice di un progetto di collaborazione dell’Università di Malaga, insieme al ricercatore dell’Università di Granada Julio de la Rosa, hanno potuto analizzare esemplari di questa alga appena registrata, “fondamentale per determinarne la tassonomia ed è ancora in fase di studio”. Gli scienziati concludono che sapere che ci sono intere foreste marine brulicanti di vita di cui non eravamo a conoscenza a soli 50 m di profondità, serve a ricordarci quanto resta ancora da esplorare, scoprire, conoscere e proteggere.