Galapagos: scoperta la prima barriera corallina del tutto incontaminata [VIDEO]

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Fonte: Twitter/@siciliammare

Alle Galapagos, ad una profondità di 400-600 metri sotto la superficie della Riserva Marina, è stata scoperta la prima barriera corallina lunga circa 2 chilometri e del tutto incontaminata, di cui non si conosceva l’esistenza.

Come riportato da “Ansa”, il ministro dell’Ambiente delle Galapagos, José Antonio Dávalos, ha dichiarato spiegato tramite un post su Twitter che: “Le Galapagos ci sorprendono di nuovo con il rinvenimento di una barriera corallina a 400 metri di profondità su una montagna sottomarina, lunga approssimativamente due chilometri, con abbondante vita marina e oltre il 50% dei coralli vivi”.

Tale scoperta è stata possibile grazie all’utilizzo di un veicolo chiamato Alvin, in grado di scendere fino a 3.000 metri di profondità. La spedizione scientifica Galapagos Deep 2023 avrò termine nella giornata di domani 20 aprile. 

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Nel corso di una delle prime immersioni, il team internazionale che ha condotto l’esplorazione scientifica ha trovato una barriera corallina che copre la cresta e le pendici di un vulcano sottomarino. Le isole erano note per avere barriere coralline, ma quelle di cui si conosce l’esistenza sono poco profonde e vulnerabili alle condizioni meteorologiche estreme. La maggior parte di esse, infatti, sono state distrutte nel 1982-83 da El Niño, quando le temperature dell’acqua aumentarono e da allora non si sono più riprese. Tuttavia, le barriere coralline di acque profonde hanno precedentemente dimostrato di essere più resistenti dinanzi a tali eventi.

Jose Dávalos, ha poi aggiunto: Questa è una notizia incoraggiante. Riafferma la nostra determinazione a istituire nuove aree marine protette in Ecuador e a continuare a promuovere la creazione di un’area marina protetta regionale nel Pacifico tropicale orientale. La ricchezza delle profondità ancora esplorate del nostro oceano è un altro motivo per impegnarsi a raggiungere gli obiettivi della Global Ocean Alliance 30×30, che mira a proteggere almeno il 30% degli oceani del mondo entro il 2030”.

Il dottor Stuart Banks della Charles Darwin Foundation ha affermato: “La cosa accattivante di queste barriere coralline è che sono molto vecchie ed essenzialmente incontaminate, a differenza di quelle che si trovano in molte altre parti degli oceani del mondo”.

I coralli che si trovano in acque profonde crescono più lentamente rispetto a quelli più vicini alla superficie e possono raggiungere grandi età. I modelli di crescita dei coralli possono rivelare climi storici e il team spera di utilizzare vecchi coralli per colmare le lacune nell’attuale conoscenza dei bruschi cambiamenti climatici.