L’ipertensione danneggia specifiche aree del cervello associate alla demenza, lo dice il primo studio al mondo

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Fonte: Twitter/@GVMCareResearch

Purtroppo l’ipertensione può causare cambiamenti a lungo termine nel cervello, provocando un declino cognitivo fino a progredire nella demenza. Questa relazione è stata osservata a lungo, ma vi è un nuovo studio che ha rivelato per la prima volta al mondo come queste due condizioni potrebbero essere collegate.

Gli scienziati hanno utilizzato informazioni che sono state raccolte dalle scansioni di risonanza magnetica (RM) del cervello delle persone, dai test genetici e dagli studi eseguiti su migliaia di persone per osservare come l’ipertensione possa influire sulla funzione cognitiva nel corso del tempo. Hanno poi incrociato i loro risultati in un altro grande gruppo di pazienti italiani, che hanno confermato ciò che avevano visto.

Come ha dichiarato in una dichiarazione il principale autore dello studio Tomasz Guzik: “Utilizzando questa combinazione di approcci di imaging, genetici e osservazionali, abbiamo identificato parti specifiche del cervello che sono influenzate da aumenti della pressione sanguigna, comprese le aree chiamate putamen e specifiche regioni della sostanza bianca”.

Il professore ha poi aggiunto: “Abbiamo pensato che queste aree potrebbero essere dove l’ipertensione influisce sulla funzione cognitiva, come la perdita di memoria, le capacità di pensiero e la demenza. Quando abbiamo controllato i nostri risultati studiando un gruppo di pazienti in Italia che avevano la pressione alta, abbiamo scoperto che le parti del cervello che avevamo identificato erano effettivamente colpite”.

L’ipertensione ha provocato cambiamenti in queste connessioni cerebrali interne, oltre a diminuire il volume del tessuto cerebrale e la superficie della corteccia. I ricercatori hanno anche notato dei cambiamenti nell’attività cerebrale. Per decifrare se l’ipertensione stesse davvero causando questi cambiamenti nel cervello, piuttosto che essere solo una coincidenza, gli autori hanno usato una tecnica chiamata randomizzazione mendeliana.

Guzik ha spiegato che: “Funziona utilizzando le informazioni genetiche di una persona per vedere se esiste una relazione tra i geni che predispongono all’aumento della pressione sanguigna e i risultati. Nel nostro studio, se un gene che causa l’ipertensione è anche legato a determinate strutture cerebrali e alla loro funzione, allora suggerisce che l’ipertensione potrebbe davvero causare disfunzioni cerebrali in quella posizione, portando a problemi di memoria, pensiero e demenza“.

L’interessante e primo studio al mondo è stato poi pubblicato sull’European Heart Journal.