L’impatto dell’invasione mongola e della Peste Nera sul clima

Uno studio suggerisce che questi eventi storici potrebbero aver contribuito a una diminuzione del carbonio atmosferico.

Genghis Khan

Quasi 700 milioni di tonnellate di carbonio sono state rimosse dall’atmosfera durante l’invasione mongola dell’Asia. (Yusuf Sami Kamadan/Shutterstock.com)

Un nuovo studio ha suggerito che l’invasione mongola dell’Asia e la Peste Nera in Europa potrebbero aver contribuito a una diminuzione del biossido di carbonio nell’atmosfera. Gli scienziati hanno analizzato carote di ghiaccio antartico e hanno notato una diminuzione improvvisa del carbonio atmosferico tra il 1200 e il 1470 d.C., che corrisponde approssimativamente a questi due eventi storici. Inoltre, è stata rilevata una seconda diminuzione tra il 1560 e il 1680, che coincide con la conquista delle Americhe e la caduta della dinastia Ming in Cina.

I ricercatori hanno ipotizzato che la diminuzione della popolazione globale causata da questi eventi potrebbe aver fermato la deforestazione, consentendo a più alberi di crescere e di assorbire il carbonio. Per verificare questa ipotesi, hanno ricostruito i modelli di utilizzo del suolo dal 800 d.C. ai giorni nostri. Hanno scoperto che l’invasione mongola ha avuto il maggior impatto sul clima, con la ricrescita di 142.000 chilometri quadrati di foresta, che ha rimosso 684 milioni di tonnellate di carbonio dall’atmosfera.

Tuttavia, nonostante queste riduzioni, i cambiamenti climatici registrati nelle carote di ghiaccio non possono essere spiegati solo da questi eventi storici. Gli alberi impiegano molto tempo per raggiungere la maturità e le popolazioni umane si sarebbero riprese e avrebbero ripreso la deforestazione prima che la nuova crescita avesse avuto l’opportunità di fare effetto. Inoltre, le emissioni provenienti da altre parti del mondo avrebbero probabilmente compensato la maggior parte del carbonio rimosso dalla riforestazione.

Gli autori dello studio hanno concluso che l’impatto di Genghis Khan sul clima sarebbe stato troppo piccolo per essere rilevato nelle carote di ghiaccio. Le principali diminuzioni storiche del carbonio atmosferico sono probabilmente state causate da fattori naturali come le eruzioni vulcaniche. Tuttavia, è interessante notare che un solo uomo abbia avuto un’impronta di carbonio così significativa.

Lo studio è stato pubblicato sulla rivista The Holocene.

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