Scoperte impronte fossili di uccelli risalenti a 120 milioni di anni fa, le più antiche mai registrate

Formazione Wonthaggi
Fonte: X/@AusSMC

Si tratta di una sorprendente scoperta quella riguardante le 27 impronte fossili di uccelli risalenti a 120-128 milioni di anni fa, che sta cambiando il modo in cui vediamo l’evoluzione e la migrazione degli uccelli.

Tali impronte fossili sono state trovate nella Formazione Wonthaggi a sud di Melbourne, in Australia, appartenenti ad uccelli che camminavano sulla sabbia soffice o sul fango nel Cretaceo inferiore.

Le impronte sono così antiche che risalgono a quando l’Australia era ancora collegata all’Antartide, rendendole le prime tracce conosciute di uccelli del Gondwana. Quando parliamo di dinosauri, spesse volte ci capita di non citare gli uccelli di quel periodo, ma questa scoperta dimostra che erano parte integrante dell’ecosistema e stavano già migrando per sfruttare la mutevole disponibilità di cibo ai poli.

Trovare impronte fossili come queste è davvero un’impresa incredibile, non solo perché sono difficili da individuare, ma anche perché è raro trovarle di uccelli delicati. La Formazione Wonthaggi ha restituito solo un fossile di osso di uccello fino ad oggi, un ogiva, così come alcune piume, e i ricercatori sostengono che è tutt’altro che sorprendente.

Il primo autore dello studio Anthony Martin, professore presso il Dipartimento di Scienze Ambientali della Emory University, ha così spiegato in una dichiarazione: “Gli uccelli hanno ossa così sottili e minuscole. Pensate alla probabilità che un passero sia conservato nella documentazione geologica rispetto a un elefante”.

Il professor Martin ha poi aggiunto: “Sette delle tracce che Melissa ha trovato nel 2020 non ci sono più. Alcuni fossili, comprese le tracce, sono esposti solo per un breve periodo di tempo dopo essere stati sepolti per milioni di anni. Noi esseri umani dobbiamo affrettarci a documentarli prima che scompaiano di nuovo”.

Peter Swinkels è giunto sul luogo del ritrovamento per aiutare a preservare le delicate tracce. Tassidermista presso il Museums Victoria Research Institute, Swinkels è anche un esperto nell’uso di stampi e calchi per conservare esemplari.