Registrato il più antico incendio boschivo sulla Terra. Risale al Siluriano

Oltre 430 milioni di anni un incendio distrusse le antiche foreste di piccole piante e giganteschi funghi del Siluriano.

Gli incendi boschivi che in questi giorni stanno devastando diverse aree della Spagna e degli USA rappresentano un pericolo per le popolazioni e la fauna selvatica, ma il fuoco fa parte dei sistemi terrestri da milioni di anni, molto prima che l’influenza dell’uomo incidesse pesantemente sul nostro pianeta. A confermarlo è un team di ricercatori che ha trovato, in Galles e in Polonia le prove del più antico incendio mai registrato. Si tratta di roghi avvenuti nel Siluriano, 430 milioni di anni fa. Ian Glasspool, del Colby College (USA) e autore principale dello studio pubblicato sulla rivista “Geology” , ha spiegato come gli incendi boschivi hanno tre ingredienti essenziali: una fonte di combustibile, una fonte di accensione (che spesso è rappresentata dai fulmini) e una sufficiente concentrazione di ossigeno atmosferico. Il paesaggio nel siluriano aveva sufficientemente vegetazione per la diffusione degli incendi boschivi. Le tracce di carbonio trovate coincidono, nel tempo, con la comparsa dei primi macrofossili di piante terrestri. Dunque “appena il carburante per un possibile incendio è apparso sul nostro pianeta, si è verificato un incendio boschivo“, afferma il ricercatore. Naturalmente le tipologia di piante che esistevano 430 milioni di anni fa erano molto diverse da quelli di oggi. Invece di erbe, alberi e fiori, gran parte del paesaggio era ricoperto da piante piatte alte pochi centimetri e altre, meno frequenti, avrebbero raggiunto l’altezza della vita o del ginocchio di un uomo. In contrasto con gran parte della minuscola copertura vegetale, l’antico fungo Prototaxites avrebbe raggiunto i 9 metri di altezza, dominando il paesaggio. Queste piante siluriane sarebbero state fortemente dipendenti dall’acqua per la loro riproduzione e probabilmente non sarebbero state trovate in zone stagionalmente secche.

Immagine al microscopio di un Prototaxites carbonizzato di 430 milioni di anni fa da un pozzo in Galles. Il materiale altamente riflettente (bianco) è la pirite, un minerale che si trova comunemente in associazione con il carbone

L’altro fattore cruciale nella prima produzione di incendi sono i livelli di ossigeno atmosferico. Come spiegato dallo studio, i moderni esperimenti di combustione indicano che è improbabile che questi incendi si diffondano con una concentrazione di ossigeno atmosferico al di sotto del 16%. “Se scende al di sotto di quel livello, è possibile che si inneschi un incendio, ma è difficile che si diffonda“, afferma Glasspool. Sulla base del carbone analizzato, i ricercatori ritengono che l’ossigeno atmosferico, durante il Siluriano, abbia raggiunto livelli equivalenti o forse superiori a quelli attuali, a causa dell’aumento della fotosintesi della vita terrestre. Pertanto gli autori ritengono che gli incendi sarebbero stati probabilmente un fenomeno globale significativo durante il Siluriano, svolgendo un ruolo importante nel movimento dei sedimenti e nel ciclo del carbonio e del fosforo. La scoperta di questi due incendi spinge i più antichi roghi mai conosciuti indietro di dieci milioni di anni.