Nuove tecnologie permettono di registrare video che riproducono fedelmente ciò che gli animali vedrebbero nel loro ambiente naturale, aprendo nuove prospettive per gli ecologi e gli zoologi.
La percezione visiva degli animali varia notevolmente, da quelli che possono vedere l’ultravioletto a quelli che vedono solo in scala di grigi. Gli ecologi e gli zoologi trovano di grande valore poter vedere il mondo attraverso gli occhi degli animali che studiano. Nuove tecnologie, come telecamere e software, rendono possibile questa visione e i risultati sono sorprendenti.
Il team utilizza un nuovo sistema di telecamere per registrare video che riproducono fedelmente ciò che gli animali vedrebbero nel loro ambiente naturale. In passato, i tentativi di ricreare i colori percepiti dagli animali utilizzando la spettrofotometria erano lenti e non potevano catturare immagini in movimento. Questo nuovo sistema di telecamere registra contemporaneamente video in quattro spettri di colore: ultravioletto, rosso, blu e verde.
Dopo la registrazione, i dati vengono elaborati utilizzando un metodo chiamato “unità percettive”, che crea un video accurato della percezione dei colori da parte degli animali. Questo viene fatto utilizzando la conoscenza dei fotorecettori presenti negli occhi di ogni animale.
“Siamo da tempo affascinati dalla visione del mondo degli animali. Le moderne tecniche di ecologia sensoriale ci permettono di dedurre come potrebbero apparire le scene statiche agli animali. Tuttavia, gli animali spesso prendono decisioni cruciali su bersagli in movimento, come la ricerca di cibo o la valutazione di un potenziale compagno. In questo studio, presentiamo strumenti hardware e software che consentono agli ecologi e ai filmmaker di catturare e visualizzare i colori percepiti dagli animali in movimento”, ha dichiarato Daniel Hanley, autore principale, in una dichiarazione.
Rispetto al vecchio metodo di spettrofotometria, questo nuovo sistema di telecamere è stato in grado di prevedere i colori percepiti con un’accuratezza superiore al 92 percento. Il team riconosce alcune limitazioni del loro sistema, come la necessità di utilizzare la messa a fuoco manuale e le sfide nel mantenere a fuoco un oggetto in movimento veloce. Il software è disponibile in open source per consentire ad altri di sviluppare e utilizzare questa tecnologia per le proprie ricerche.
Lo studio è stato pubblicato su PLOS Biology.
