L’evoluzione dell’igiene dentale nel corso dei millenni

L’igiene dentale ha evoluto nel tempo, dalle pratiche arcaiche dei Neanderthal alla prima pasta dentifricia egiziana, fino ai moderni spazzolini. Scopri l’importanza storica della cura dei denti.

Cura dentale antica
Bastoncini da masticare e spazzole di setole di cinghiale venivano usati per pulire i denti. (Dario Lo Presti/Shutterstock.com)

L’igiene dentale ha subito un’evoluzione significativa nel corso dei millenni. Mentre oggi la maggior parte di noi pratica regolarmente l’igiene orale spazzolando i denti due volte al giorno, gli antichi popoli affrontavano notevoli difficoltà nel prendersi cura dei propri denti. Purtroppo, le pratiche dentali arcaiche dei nostri antenati sembrano essere state inefficaci, portando a elevati tassi di carie e malattie gengivali tra i resti scheletrici preistorici. Nonostante ciò, le prove indicano che almeno cercassero di mantenere in buone condizioni la propria bocca.

Il primo segnale di cure dentali risale a circa 130.000 anni fa, quando un insieme di molari neandertaliani provenienti da una grotta croata mostrava segni di essere stati raschiati ripetutamente da una sorta di stuzzicadenti. Sebbene non siano stati rinvenuti stuzzicadenti effettivi insieme ai resti preistorici, i ricercatori ipotizzano che i Neanderthal utilizzassero probabilmente pezzi di osso o erba rigida per rimuovere i residui alimentari tra i denti.

Salendo nel tempo di circa 14.000 anni, si giunge al primo paziente dentale conosciuto, scoperto in un riparo roccioso in Italia. Questo individuo, affetto da carie, presentava almeno un dente con parte marcia che era stata intenzionalmente raschiata via con un attrezzo di pietra affilata. Se mai ci fosse stata una testimonianza vivente dell’importanza dell’igiene dentale, questo individuo sarebbe sicuramente un esempio eloquente.

Le pratiche igieniche iniziarono a evolversi intorno al 5000 a.C., quando gli antichi Egizi svilupparono la prima pasta dentifricia conosciuta al mondo. Questa miscela, simile a una polvere per denti, conteneva ingredienti come cenere di zoccoli di buoi carbonizzati, gusci d’uovo, mirra e pomice, risultando probabilmente più abrasiva che detergente, ma capace di rimuovere i residui intorno ai denti.

I Persiani successivamente arricchirono la miscela con gusci di lumaca e ostrica bruciati, insieme a erbe e miele, mentre i Romani aggiunsero carbone e corteccia d’albero per contrastare il cattivo odore. Le prime spazzole da denti primitive sono state ritrovate nelle tombe degli antichi Egizi e Babilonesi, risalendo a circa il 3500 a.C. Questi strumenti rudimentali consistevano principalmente in ramoscelli masticati per sfilacciare le fibre e creare una sorta di setole per la pulizia dei denti.

Nonostante la semplicità di queste prime spazzole, è interessante notare che i ramoscelli venivano selezionati da alberi specifici come il neem e il Salvadora persica, noti per le loro proprietà antimicrobiche che potevano contribuire a contrastare la diffusione di batteri associati a carie e malattie gengivali. Ancora oggi, in molti paesi asiatici e del Medio Oriente, i ramoscelli di questi alberi vengono utilizzati come forma di cura orale.

Tuttavia, per coloro che preferiscono gli strumenti più moderni, il primo spazzolino da denti convenzionale conosciuto potrebbe essere stato inventato in Cina durante la dinastia Tang, tra il settimo e il decimo secolo d.C. Questi antichi spazzolini erano dotati di setole di pelo di cinghiale e manici realizzati in bambù o ossa, sebbene la loro efficacia potesse non essere paragonabile a quella dei moderni spazzolini. Questo potrebbe spiegare perché non fossero ampiamente diffusi, dato che pochi gradivano l’idea di spazzolarsi i denti con setole di maiale.

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