Il misterioso urlo ultrasonico delle rane ladre di argilla

Le rane ladre di argilla emettono urli ultrasonici come segnale di allarme difensivo, svelando nuove strategie di sopravvivenza nella giungla.

Foto ravvicinata di un rospo ladro di argilla (Haddadus binotatus) seduto su una foglia.
Questo piccolo rospo potrebbe sembrare carino, ma ha una voce incredibile. (igorgerolineto tramite iNaturalist (CC BY-NC))

La foresta pluviale può essere un luogo rumoroso, ma come farsi sentire in caso di pericolo? Per la rana ladra di argilla, la risposta è emettere un urlo potente, al di fuori della nostra percezione uditiva naturale. Recentemente, un gruppo di ricercatori è riuscito a registrare con successo questo urlo per la prima volta.

L’uso dell’ultrasuono è diffuso nel regno animale per la comunicazione e l’ecolocalizzazione: pipistrelli, delfini e balene ne sono noti utilizzatori. Anche le rane possono impiegare l’ultrasuono per comunicare, e ora si è scoperto che possono emettere segnali di allarme utilizzando questa frequenza.

Lo studio si è concentrato sugli urli della rana ladra di argilla, una specie endemica della foresta pluviale atlantica brasiliana. Per confermare la teoria che le rane utilizzano l’ultrasuono come segnale di allarme, i ricercatori hanno dovuto mettere le rane in una situazione difensiva simulata.

Le rane, quando poste in una posizione di difesa, sollevano la parte anteriore del corpo, scuotono la testa all’indietro e aprono la bocca in modo quasi minaccioso, per poi emettere un urlo ad alta frequenza. Le registrazioni hanno rivelato che questo urlo conteneva componenti udibili dagli umani, ma anche frequenze ultrasoniche che raggiungevano i 44 kHz, al di là della nostra percezione uditiva.

illustrazione di un rospo ladro di argilla che mostra comportamenti di chiamata di distres
Questo ricorda qualcun altro del meme Pop Cat?
Immagine cortesia di Ubiratã Ferreira Souza, illustrazione di Lucas Rosado

La posizione difensiva delle rane suggerisce che l’urlo di allarme abbia uno scopo difensivo, ma la sua efficacia nel tenere lontani i predatori non è ancora chiara. Una delle ipotesi è che possa spaventare via una varietà di potenziali predatori degli anfibi, come pipistrelli, roditori e piccoli primati, capaci di udire suoni ad alta frequenza.

Una teoria interessante è che l’urlo potrebbe essere un segnale rivolto ai predatori dei predatori delle rane, come ad esempio attirare un gufo per allontanare un serpente che minaccia la rana. Queste ipotesi saranno oggetto di future ricerche per approfondire la comprensione di questo comportamento.

Lo studio, pubblicato sulla rivista Acta Ethologica, getta nuova luce sulle capacità comunicative delle rane e sulle strategie di difesa che possono adottare in risposta ai pericoli della foresta pluviale.

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