Storia delle eclissi solari: dal panico antico alla meraviglia moderna

Le eclissi solari hanno suscitato panico e rituali antichi, ma oggi sono eventi di meraviglia. Dalla Cina all’Inghilterra, scopri le diverse reazioni umane nel corso dei secoli.

Antico eclissi
I Maya erano tra le molte antiche civiltà che versavano sangue durante le eclissi. (muratart/Shutterstock.com)

Mentre il Nord America si prepara a meravigliarsi di un’eclissi solare totale il prossimo lunedì, l’unica cosa di cui gli spettatori devono preoccuparsi è come proteggere i propri occhi durante l’osservazione dell’evento.

Nell’antichità, le eclissi spesso provocavano panico e spargimento di sangue tra coloro che le osservavano dal suolo. Alcuni dei primi resoconti di questi spettacoli celesti provengono dalla Cina e risalgono a più di 4.000 anni fa. Le eclissi erano considerate presagi che predicevano il destino degli imperatori, un affare serio nei circoli reali che spesso portava a decisioni esecutive spietate.

Per esempio, i due astronomi di corte al servizio dell’Imperatore Chung K’ang furono decapitati per non essere riusciti a prevedere un’eclissi nel lontano 22° secolo a.C. Nell’antica Cina, si credeva che le eclissi fossero causate da un drago che mangiava il sole, da qui l’uso della parola “shi” per riferirsi a questi eventi, che significa anche “mangiare”. La gente comune rispondeva a queste occorrenze battendo i tamburi e facendo rumore nella speranza di spaventare il drago e salvare la luce del giorno.

Gli antichi Greci, come i cinesi, erano abili nel prevedere le eclissi, ma reagivano con paura ogni volta che si verificavano. Sovrani e monarchi si nascondevano durante le eclissi, temendo la collera degli dei, con alcuni che addirittura mettevano persone comuni sul trono nel tentativo di ingannare il cielo e deviare la punizione.

Nei tempi moderni, gli antichi Maya avevano una conoscenza avanzata dei cicli celesti e riuscivano a prevedere le eclissi utilizzando almanacchi e carte registrate nel Codice di Dresda. Nonostante ciò, interpretavano ancora le eclissi solari come il sole “rotto”, conducendo a rituali di sanguinamento per ripristinare la salute del sole.

Gli Aztechi, invece, credevano che il sole stesse venendo mangiato e scatenavano il caos durante le eclissi. La reazione generale a un’eclissi totale nel 1596 d.C. fu descritta dal missionario spagnolo Fray Bernardino de Sahagún, che scrisse che la gente diventava isterica, sacrificando chiunque trovassero con la pelle chiara o i capelli biondi nella speranza di evitare che i demoni scendessero dal cielo e divorassero tutti.

William Shakespeare ebbe l’opportunità di osservare un’eclissi solare totale nel cielo inglese il 7 marzo 1598. Quest’esperienza potrebbe aver influenzato la sua opera Re Lear, in cui si menziona: “queste ultime eclissi nel sole e nella luna non ci portano nulla di buono”, suggerendo che anche il Bardo fosse spaventato nel vedere il sole brevemente oscurato.

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