Prevedere le eruzioni vulcaniche: il nuovo modello innovativo

Scopri come i ricercatori stanno decifrando i vulcani furtivi.

I vulcani e i loro segnali di eruzione

I vulcani sono fenomeni naturali straordinari che possono avvertire le comunità circostanti di un’imminente eruzione attraverso segnali precisi. Questi segnali includono la deformazione del suolo e l’attività sismica, che offrono alle persone la possibilità di evacuare in sicurezza. Tuttavia, esistono vulcani che eruttano senza alcun preavviso, noti come vulcani “furtivi”. Questi vulcani rappresentano una sfida significativa per gli scienziati, poiché il loro comportamento imprevedibile può mettere in pericolo le popolazioni vicine. Comprendere i meccanismi alla base di queste eruzioni furtive è fondamentale per migliorare la sicurezza delle comunità e la gestione del rischio vulcanico.

Il modello innovativo per prevedere le eruzioni furtive

Un team di ricerca guidato dalla dottoressa Yuyu Li dell’Università dell’Illinois ha sviluppato un modello innovativo per prevedere le eruzioni silenziose. Nonostante i progressi nel monitoraggio vulcanico, alcuni vulcani continuano a eruttare con pochi o nessun segnale precursore rilevabile. Questo aumenta notevolmente il rischio per le comunità circostanti. Il lavoro della dottoressa Li ha identificato condizioni interne cruciali, come una bassa disponibilità di magma e una roccia ospite calda, che possono rendere furtive le eruzioni. Questi risultati sono fondamentali per migliorare le strategie di monitoraggio e prevenzione.

I vulcani furtivi nel mondo

La Terra ospita una varietà di vulcani affascinanti e peculiari. Tra questi, il vulcano Uturuncu in Bolivia, noto anche come vulcano “zombie”, è un esempio emblematico. Sebbene non erutti da oltre 250.000 anni, continua a manifestare segni di attività, come terremoti ed emissioni di gas. Altri vulcani furtivi, come il Popocatépetl in Messico, il Merapi in Indonesia e lo Stromboli in Italia, si trovano in prossimità di comunità densamente popolate. Comprendere le ragioni di questo comportamento furtivo è fondamentale per migliorare le valutazioni del rischio vulcanico e le previsioni. La ricerca continua a rivelare informazioni preziose su questi fenomeni naturali.

Il caso studio del vulcano Veniaminof

Per sviluppare il nuovo modello, il team di ricerca ha scelto di concentrarsi su Veniaminof, un vulcano ghiacciato situato nell’Arco Aleutino dell’Alaska. Nonostante sia oggetto di un attento monitoraggio, Veniaminof ha fornito avvisi sufficienti solo per due delle sue tredici eruzioni dal 1993. Un’eruzione avvenuta nel 2021 non è stata nemmeno rilevata fino a tre giorni dopo l’inizio dell’attività. Questo vulcano è uno dei più attivi dell’Alaska e ha generato diverse eruzioni di indice esplosivo vulcanico (VEI) pari a 3. Questi eventi possono lanciare cenere fino a 15 chilometri di altezza, interrompendo il traffico aereo e costituendo un pericolo per le comunità circostanti.

Decifrare il comportamento di Veniaminof

Per comprendere il comportamento di Veniaminof, gli scienziati hanno costruito un modello alimentato dai dati relativi all’eruzione furtiva del 2018. Hanno esaminato vari scenari, considerando diversi volumi di camera magmatica, tassi di flusso, profondità e forme. I risultati hanno rivelato che un alto flusso di magma in una camera tende a incrementare la deformazione del suolo, fornendo così un avviso chiaro. Tuttavia, le eruzioni furtive diventano più probabili quando un basso flusso di magma si accumula in una camera relativamente piccola. Questo studio ha evidenziato l’importanza della temperatura della roccia circostante, che può influenzare la rilevabilità dei segnali di avvertimento.

Il futuro del monitoraggio vulcanico

Qual è, dunque, il passo successivo nella ricerca vulcanologica? La dottoressa Li ha sottolineato l’importanza di un monitoraggio avanzato. Per mitigare l’impatto di queste potenziali eruzioni a sorpresa, è fondamentale integrare strumenti ad alta precisione, come inclinometri, strainometri da foro e sensori a fibra ottica. Inoltre, l’apprendimento automatico sta dimostrando di avere un grande potenziale nel rilevare spostamenti sottili. Combinando questi modelli innovativi con osservazioni in tempo reale, gli scienziati stanno facendo progressi significativi nel tentativo di svelare i segreti di questi vulcani furtivi. I risultati di questa ricerca sono stati pubblicati nella rivista Frontiers in Earth Science.