Scoperte Innovative nel Trattamento del Cancro al Seno
Durante la conferenza FAPESP Week France, sono stati presentati risultati preliminari che suggeriscono che il veleno di uno scorpione della foresta pluviale amazzonica potrebbe aprire nuove strade nel trattamento del cancro al seno. L’invecchiamento della popolazione mondiale, insieme all’aumento dell’esposizione a ecosistemi stressati, ha portato a un incremento allarmante dei tassi di cancro, demenza e altre malattie croniche. In questo contesto, la ricerca di terapie innovative ha spinto gli scienziati a esplorare fonti inaspettate, come il veleno di scorpione, per sviluppare trattamenti più efficaci e mirati.
Un Approccio Innovativo alla Ricerca Medica
Un team di ricercatori brasiliani ha adottato un approccio innovativo, introducendo geni di interesse nel DNA di un organismo modello, definito “fabbrica”, per produrre le proteine corrispondenti. Questo metodo consente di testare le proteine derivate, tra cui quelle estratte dal veleno di scorpione, per potenziali applicazioni mediche. La farmacologa Eliane Candiani Arantes, dell’Università di San Paolo, ha affermato: “Siamo riusciti a identificare una molecola in questa specie di scorpione amazzonico che presenta somiglianze con quelle rinvenute nei veleni di altri scorpioni e che ha dimostrato di agire contro le cellule del cancro al seno”. Questo approccio rappresenta un passo significativo verso lo sviluppo di terapie più efficaci.

Ongley et al., Nature Product Report, 2013
Meccanismo d’Azione della Molecola BamazScplp1
La molecola identificata, denominata BamazScplp1, mostra un meccanismo d’azione simile a quello dei farmaci chemioterapici, inducendo necrosi, ovvero il processo di morte cellulare, nelle cellule tumorali. Questo porta alla rottura delle cellule malate, un passo cruciale nella lotta contro il cancro. Sebbene sia ancora prematuro valutare l’efficacia di questo trattamento, i ricercatori hanno anche scoperto, attraverso l’espressione eterologa, una molecola capace di promuovere la formazione di nuovi vasi sanguigni, derivata dal veleno di serpente e da un componente del sangue bovino. “Questo fattore di crescita stimola la creazione di nuovi vasi, con il potenziale di essere prodotto su scala industriale grazie all’espressione eterologa”, ha aggiunto Arantes, sottolineando l’importanza di queste scoperte.
Il Ruolo dell’Espressione Eterologa nella Ricerca
L’espressione eterologa si rivela uno strumento prezioso per i ricercatori, poiché consente di approfondire la comprensione delle molecole bioattive, esplorando le loro funzioni e testando diverse mutazioni, il tutto producendo grandi quantità di queste sostanze all’interno di un organismo ospite. In questo caso specifico, Arantes e il suo team hanno scelto una specie di lievito, Komagataella pastoris, come “fabbrica” per le loro proteine di interesse. L’adozione di tecniche di questo tipo potrebbe rivelarsi cruciale per scoprire ulteriori trattamenti naturali, a condizione di preservare questi tesori biologici prima che vengano compromessi. La ricerca continua a dimostrare che la natura può offrire soluzioni innovative per affrontare le sfide della salute umana.