Candelora: le origini pagane della festività cristiana

Oggi, due febbraio, è il giorno in cui ricorre la Candelora, una festività cristiana fissata, non a caso, alle “antiche” calende di febbraio, periodo nel quale i Romani festeggiavano la dea Februa. Non si contavano i riti di purificazione che ricorrevano in questo periodo di passaggio dal vecchio al nuovo anno. Messo da parte il periodo “buio” dell’anno, gli uomini festeggiavano il ritorno della luce con una serie di festività. E’ il caso della festa “Imbolc” nella quale i Celti ricordavano il passaggio dall’Inverno alla Primavera. Ma è il tema della Purificazione a rappresentare un elemento di continuità nelle varie culture. Il ritorno della luce era ricordato, a Roma con delle fiaccolate, una tradizione che rientrava nell’ambito dei Lupercalia, festività stabilite il 15 febbraio. Ma con l’avvento della nuova religione le autorità civili e religiose pensarono di sostituire questa ricorrenza con una festività cristiana, la Candelora.

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Candelora: le origini pagane delle festività cristiana

Il ritorno della luce del Sole fu sostituito dalla luce divina e le fiaccolate pagane si trasformarono in ceri cristiani. Oggi, con la Candelora, si ricorda la presentazione di Gesù al tempio e, non a caso, la purificazione di Maria, a quaranta giorni esatti dalla nascita di Cristo, come da tradizione ebraica. Purificarsi dal vecchio ed accogliere propiziando il nuovo, con la rinascita primaverile è, però, un tema ancora attuale. Ma siamo sicuri che il tempo migliorerà da subito? Da questa domanda, essenziale per la vita contadina, nascono una serie di proverbi che abbracciano tutta l’Italia; nati in un’epoca in cui l’osservazione del cielo era l’unico strumento per le previsioni del meteo e per predire il risultato dei raccolti. “Per la santa Candelora se nevica o se plora dell’inverno siamo fora: ma se l’è sole o solicello siamo sempre a mezzo inverno”.