La malattia degli ulivi si diffonde in Europa: allarme in Spagna e Grecia

Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Proceedings of National Academy of Sciences (PNAS).

Non solo Coronavirus; un patogeno mortale sta interessando gli ulivi dell’Europa meridionale con danni per centinaia di milioni di euro. Si tratta della Xylella fastidiosa, il batterio che ha ucciso numerosi alberi secolari in Puglia, e che ora si sta espandendo anche in Spagna e Grecia. Propagato dagli insetti, il batterio rappresenta una minaccia concreta gli oliveti delle aree calde dell’Europa spingendo ad un aumento dei prezzi dell’olio. La Xylella è considerato uno dei patogeni più pericolosi per le piante in qualsiasi parte del mondo e,ad oggi, non esiste una cura per l’infezione. Può infettare ciliegi, mandorli e susini ed ulivi attraverso gli insetti che succhiano la linfa come le cimici. L’infezione limita la capacità dell’albero di trasportare l’acqua e le sostanze nutritive attraverso il tronco e col passare del tempo fa seccare le piante.

La malattia degli ulivi si diffonde in Europa: allarme in Spagna e Grecia

In Puglia, le conseguenze della diffusione della malattia sono state devastanti, con una riduzione stimata del 60% della resa delle piantagioni dal 2013. “Il danno alle piante di ulivo – spiega Maria Saponari, dell’Istituto CNR – provoca anche un deprezzamento del valore della terra e un crollo dell’attrattività turistica della regione“. Ad oggi l’unico metodo per combatterlo, è l’eliminazione degli alberi infetti, un metodo che ha portato alla distruzione di centinaia di ulivi in Puglia. Secondo una ricerca di PNAS, qualora l’infezione continuasse a diffondersi in Spagna, i costi potrebbero aumentare di 17.000 milioni di euro nei prossimi 50 anni. Uno scenario simile spingerebbe i prezzi per la produzione dell’olio ad un aumento di cinque miliardi in Italia e due in Grecia. La soluzione, secondo gli esperti, potrebbe essere piantare varietà resistenti, ma in ogni caso l’aumento dei costi appare inevitabile. “L’effetto atteso potrebbe essere una carenza di offerta, con un’inevitabile aumento dei costi”, ha dichiarato l’autore principale Kevin Schneider dell’Università di Wageningen nei Paesi Bassi. Ad oggi un numero crescente di iniziative scientifiche sono state messe in campo per cercare di combattere il batterio, incluso l’uso di argille repellenti per insetti, barriere vegetative e test genetici per determinare il motivo per il quale alcune piante siano più sensibili alle infezioni rispetto ad altre. “La sostituzione di alberi resistenti a questa malattia è una delle strategie di controllo a lungo termine più promettenti e sostenibili dal punto di vista ambientale, ha aggiunto Saponari. “Un’altra strategia sostenibile, per ridurre la popolazione di insetti, è l’abbattimento della proliferazione dei vettori eliminando le erbacce in primavera”.