Un pesce di acqua dolce sta devastando gli ecosistemi europei: ‘Capace di cacciare i piccioni’

Secondo l’ecologo Frédéric Santoul Ameiurus melas il pesce è in grado di uscire dall’acqua per cacciare gli uccelli.

Originario dell’Europa dell’est, il pesce gatto nero ha invaso i corsi d’acqua nell’Europa occidentale da quando un gruppo di pescatori lo introdusse negli anni ’70. Oggi l’Ameiurus melas ha spinto sull’orlo dell’estinzione, tra gli altri, il salmone atlantico e il curimba striato. A lanciare l’allarme è Frédéric Santoul, ecologo dell’Università di Tolosa, in Francia. Lo scienziato studia il pesce gatto da oltre dieci anni, dopo aver notato, con un certo stupore, saltare dal fiume un esemplare di pesce gatto su un piccolo isolotto per catturare un piccione e tornare in acqua con l’uccello in bocca. “Sapevo che le orche assassine potessero arenarsi, pur catturare le foche, ma non ho mai visto questo tipo di comportamento nei pesci“, ha dichiarato Santoul al National Geographic. Nel corso degli ultimi dieci anni il più grande pesce d’acqua dolce del continente ha alterato radicalmente gli ecosistemi fluviali, già impoveriti dall’impatto delle dighe, dall’inquinamento acque e dalla pesca eccessiva. “Gli effetti cumulativi di questi fattori potrebbero causare il collasso delle popolazioni ittiche nei prossimi dieci anni“, ha avvertito Santoul.

Un pesce di acqua dolce sta devastando gli ecosistemi europei: ‘In grado di cacciare i piccioni’

Da quando è stato introdotto dai pescatori, il pesce gatto europeo si è diffuso in almeno dieci paesi dell’Europa occidentale e meridionale. Questa specie cresce rapidamente fino a 3 metri, vive fino 80 anni e le femmine sono in grado di produrre centinaia di migliaia di uova alla volta. Ma è la loro capacità di procurarsi il cibo a rendere il pesce gatto devastante per l’ecosistema. “Hanno una straordinaria capacità di adattarsi a nuove fonti di cibo – dichiara Frédéric Santoul. Oltre ai piccioni e ai pesci autoctoni, Santoul ha documentato, inoltre, come il pesce gatto sia in grado di nutrirsi di vongole asiatiche, un’altra specie che, negli ultimi anni, ha invaso le acque del nostro continente.