Nel Medioevo l’incidenza del cancro era 10 volte maggiore di quanto credevamo

Il tasso di diffusione di formazioni maligne era di un quarto rispetto ad oggi, ben superiore alle aspettative.

Secoli prima della diffusione capillare del fumo, del cibo spazzatura, dell’inquinamento e quando la sedentarietà non era all’ordine del giorno come oggi, il cancro aveva comunque un tasso di diffusione molto alto. A rivelarlo è uno studio realizzato dall’Università di Cambridge, in Inghilterra su un campione di 143 scheletri medievali analizzati in sei antichi cimiteri inglesi. Le scansioni e le radiografie effettuati dagli esperti hanno riportato un’incidenza di casi di cancro, nel periodo compreso tra il VI e il XVI secolo, pari ad un quarto rispetto a quelli di oggi e notevolmente superiore rispetto alle stime del passato che indicavano un tasso di diffusione dei tumori di 10 volte inferiori rispetto ad oggi.

Nel Medioevo l’incidenza del cancro era 10 volte maggiore di quanto credevamo

Fino ad oggi era comune pensare che le cause più significative di morte dei nostri antenati medievali fossero le malattie infettive come dissenteria e peste bubbonica, oltre alla malnutrizione alle ferite provocate da incidenti o guerre“, dichiara l’archeologa Jenna Dittmar dell’Università di Cambridge. “Ma da oggi dobbiamo aggiungere il tumore come una delle principali cause di morte tra gli uomini del Medioevo”. Le analisi hanno portato alla scoperta di metastasi all’interno delle ossa, nella colonna vertebrale, nel bacino e nel femore mentre la presenza di lesioni sparse in tutto lo scheletro di un uomo, ha portato gli esperti ad indicare la presenza di un cancro del sangue. Sulla base dei dati, gli esperti ritengono che la prevalenza minima del cancro, nell’Inghilterra medievale, fosse compresa tra i nove e i quattordici punti percentuali. Nei secoli successivi, il tasso è cresciuto notevolmente. Oggi, in Gran Bretagna, la media è del 50%.

Fonte:

https://www.eurekalert.org/pub_releases/2021-04/uoc-cri042821.php