Spazio: due ‘superterre infernali’ nell’obiettivo del James Webb Space Telescope

I due pianeti rocciosi saranno i prossimi obbietti del super telescopio spaziale.

I due prossimi obbiettivi del nuovo telescopio ”cacciapianeti” James Webb Space Telescope sono due pianeti ”senza precedenti” nell’esplorazione spaziale. Si tratta di due corpi celesti distanti 50 anni luce rocciosi, caratterizzati da condizioni ostili per lo sviluppo di forme di qualsiasi forma di vita. Lo studio rappresenta un notevole sforzo per il nuovo osservatorio visto che i pianeti rocciosi sono, di solito, più difficili da avvistare rispetto ai giganti gassosi a causa della luminosità delle stelle di riferimento, di solito più vicine rispetto ai pianeti gassosi e per le dimensioni ridotte di questi corpi celesti. Ma il potente specchio e la posizione nello spazio profondo di Webb dovrebbero consentirgli di esaminare i due pianeti che presentano dimensioni leggermente maggiori rispetto alla Terra rientrando nella categoria delle “super-Terre“. Tra i corpi celesti analizzati c’è l’infernale 55 Cancri e, un cpianeta ricoperto dalla lava e LHS 3844 b che, invece, è privo di atmosfera. 55 Cancri e orbita intorno alla stella madre ad una distanza di 2,4 milioni di chilometri circa il quattro per cento della distanza relativa tra Mercurio e il Sole completando un giro completo solo una volta ogni 18 ore. A queste condizioni la superficie del pianeta presenta temperature superiori al punto di fusione della maggior parte dei tipi di rocce. Gli scienziati hanno anche ipotizzato che il pianeta sia vincolato gravitazionalmente alla stella, il che significa che un lato è sempre rivolto verso la stella e l’altro è perennemente in ombra. Per gli scienziati l’estrema quantità di calore irradiato dalla stella comporta lo spostamento dei gas atmosferici da un lato all’altro del pianeta con venti violentissimi. Due team testeranno le condizioni del pianeta: uno guidato dal ricercatore Renyu Hu del Jet Propulsion Laboratory della NASA che farà luce sull’emissione termica alla ricerca di segni di atmosfera, mentre un secondo team guidato da Alexis Brandeker, professore associato dell’Università di Stoccolma, misurerà il calore emissione dal lato illuminato.

Anche LHS 3844 b è un pianeta che orbita vicino alla sua stella completando un giro in sole 11 ore. La stella, invece, è più piccola e meno calda rispetto a 55 Cancri. Quindi la superficie del pianeta è probabilmente molto ”più fresca” e le osservazioni di Spitzer hanno dimostrato che probabilmente, come detto, non ha un’atmosfera. Un team guidato dall’astronoma Laura Kreidberg del Max Planck Institute for Astronomy spera di catturare un segnale della superficie usando la spettroscopia, in cui diverse lunghezze d’onda della luce suggeriscono elementi diversi. Gli spettri di emissione termica del lato diurno del pianeta verranno confrontati con rocce conosciute come basalto e granito per vedere se possono dedurre una composizione superficiale. Le due analisi “ci forniranno fantastiche nuove prospettive sui pianeti simili alla Terra in generale, aiutandoci a capire come avrebbe potuto essere la Terra primordiale quando faceva caldo come lo sono questi pianeti oggi“, ha concluso Kreidberg.