Afidi, ecco una loro strana danza, le teorie al riguardo

Degli strani Artropodi, in particolare Insetti, ovvero degli Afidi, della Specie denominata Aphis nerii, sono stati immortalati in un video fatto personalmente da me in cui sembrano fare una strana danza, vediamo le varie teorie al riguardo.

Afidi

La natura è senza ombra di dubbio piena di meraviglie. In particolare il Regno Animale è ricco di straordinari spettacoli. Basti pensare all’incredibile intelligenza dei Polpi, alle Meduse Immortali oppure agli affascinanti Axolotl per rendersi conto di tutto ciò.

In questo Articolo però vogliamo parlarvi di un bizzarro fenomeno filmato da me e che riguarda dei particolarissimi Insetti.

Parliamo degli Afidi, dei meravigliosi insetti chiamati anche “pidocchi delle piante”, ma non lasciatevi intimorire, le cui caratteristiche sono davvero bizzarre, ma prima di parlare di questo evento, vediamo cosa sono in sé gli Insetti.

Cosa sono gli insetti per capire gli Afidi

Gli Insetti o Entomi, chiamati anche scientificamente Insecta, sono una Classe del grande Phylum degli Arthropoda chiamati anche più comunemente Artropodi.

Gli Artropodi sono tutti quegli animali, si parla all’incirca il 90% delle Specie note, caratterizzati innanzitutto da un esoscheletro, ovvero da uno scheletro esterno formato principalmente da polimeri di sostanze organiche come per esempio la chitina, formata dall’unione di più catene di uno zucchero (in tal caso prende il nome di polisaccaride) chiamato N-acetilglucosammina. Ovviamente vanno chiariti alcuni aspetti.

Innanzitutto l’esoscheletro, come accennato poco fa, è il rivestimento esterno di un animale, tale rivestimento può essere lineare, stratificato oppure a forma di membrana; lo scheletro interno, invece, è chiamato endoscheletro ed è quello presente anche nella Razza Umana. Esistono però degli animali che hanno sia l’esoscheletro che l’endoscheletro; come per esempio le simpatiche Tartarughe il cui Ordine è chiamato Testudines oppure Chelonia e che più ampiamente fanno parte della Classe dei Rettili; le Tartarughe, infatti, hanno innanzitutto un guscio esterno per proteggerle e poi uno scheletro interno con relative vertebre interne che in questi animali sono flessibili per permetterle di ritirare il collo.

Ecco un’immagine di alcune Simpatiche Tartarughe dalle orecchie rosse la cui specie è chiamata Trachemys scripta elegans (FONTE: Anna Pia Tortorella):

Tartarughe

Gli esoscheletri sono presenti anche in degli Artropodi d’acqua come per esempio i Crostacei, quindi i Gamberi, gli Scampi e i Granchi; infatti anch’essi rientrano negli Artropodi. Gli Artropodi sono infatti degli invertebrati, quindi privi di vertebre interne e quindi senza uno scheletro interno, in tal caso vengono invece detti vertebrati, come noi Umani.

C’è da dire che anche alcuni animali non Artropodi hanno una sorta di gusci esterni, come per esempio alcuni Molluschi tra cui le Vongole (che hanno una conchiglia esterna formata da una sostanza chiamata Conchiolina formata prevalentemente da proteine, polisaccaridi e carbonato di calcio), i Calamari, i Totani e le Seppie, questi ultimi 3 hanno però una sorta di osso unico interno, chiamato anche Gladi, osso di Seppia, osso di Calamaro ed osso di Totano, con una forma che ricorda vagamente una penna e formato prevalentemente di bicarbonato di calcio, fosfati, sostanze gelatinose ed acqua; simile ad una cartilagine.

I polimeri, invece, sono delle macromolecole, in pratica delle molecole dall’elevato peso molecolare formate da un numero elevato numero di molecole singole uguali oppure diverse tra loro in una forma a catena ripetendo gli stessi legami.

Mentre le sostanze organichecomposti organici sono quelle sostanze che contengono Carbonio a parte qualche rarissima eccezione come per esempio l’Anidride Carbonica che ha una invece legami con altre molecole e il suo Carbonio è più stabile rispetto alle altre sostanze organiche a partire da sostanze inorganiche ovvero sostanze che non contengono carbonio (ovviamente le sostanze organiche svolgono dei ruoli importantissimi per la vita).

Chiariti questi aspetti, vediamo le ulteriori caratteristiche degli Artropodi.

Le caratteristiche degli Artropodi

Oltre all’esoscheletro, che rappresenta un punto fondamentale nella vita degli Artropodi e degli Insetti; le caratteristiche degli Artropodi sono anche altre.

Da citare la metamerìa, ovvero la suddivisione del corpo in segmenti che possono essere meno evoluti, come per esempio negli animali del SuperPhylum degli Elminti, ovvero i comunemente noti Vermi e il loro Phylum degli Anellidi, i cui segmenti sono quasi tutti uguali, abbastanza primitiva è la segmentazione anche nei Crostacei; la suddivisione può essere poi più evoluta e quindi in segmenti ben definiti chiamati tagmi; quindi si riesce ad osservare bene il capo, il torace e l’addome come per esempio negli Insetti.

Sono presenti poi delle appendici articolate, caratteristica che dà il nome a questo Grande Phylum, infatti il termine di Artropodi deriva dalle parole greche A’rthron (che tradotto in italiano significa giunto oppure articolazione) e Podòi (che tradotto in italiano significa piedi); il significato della parola, quindi, sta a significare che gli Artropodi hanno dei Piedi Articolati. Infatti gli Artropodi hanno delle zampette costituite prevalentemente da muscoli striati (ovvero quei muscoli con una struttura striata e che svolgono movimenti volontari, a differenza dei muscoli lisci che hanno per l’appunto una struttura liscia e sono involontari, come per esempio il cuore) e tendini (ovvero strutture fibrose molto forti costituite prevalentemente da proteine); senza avere quindi delle ossa interne come per esempio negli arti dei Mammiferi. Queste appendici possono servire non solo per il movimento, ma anche per la respirazione ed eccetera.

Il sistema circolatorio, poi, è relativamente semplice. Infatti è presente una sorta di sacca chiamata Emocele oppure Emoceloma, una sorta di cuore ancestrale, che porta l’Emolinfa (il sangue e la linfa degli Artropodi simili a quelli degli altri animali, quindi con la parte liquida chiamata plasma e la parte cellulare, che però è più densa, ma non presenta i globuli rossi e nemmeno l’emoglobina, quest’ultima è una proteina globulare che non solo dà la colorazione rossa ai globuli rossi, ma trasporta anche l’Ossigeno). L’Emocele poi, nella fase embrionale è detto Celoma che è meno complesso e delimitato dal mesoderma, quest’ultimo indica i primi strati di tessuto degli organismi in fase embrionale; da non confondere poi con lo Pseudocelona che si forma in parti diverse dal mesoderma. Il sistema circolatorio degli Artropodi è poi aperto, quindi l’Emolinfa va ad alimentare direttamente i tessuti, i muscoli e gli organi interni senza però dei vasi sanguigni specifici con pareti proprie, quest’ultimo prende il nome di sistema chiuso come ad esempio in noi Umani.

Il sistema respiratorio è abbastanza semplice, negli Artropodi acquatici sono presenti delle branchie, mentre in quelli terrestri sono presenti dei particolarissimi polmoni a forma di libro vagamente simili alle branchie oppure tramite dei sifoni, tubicini o trachee esterne chiamate Stigmi che permettono la respirazione dell’Ossigeno gassoso direttamente all’interno dei tessuti, infatti, come accennato prima, l’Ossigeno non passa attraverso l’Emolinfa negli Artropodi proprio per la mancanza dei globuli rossi ma arriva direttamente nei tessuti. Nonostante ciò, la respirazione in questi animali è molto efficiente e l’utilizzo dell’Ossigeno può servire anche per produrre dei versi (tramite delle lamine che fungono da cassa di risonanza sonora) oppure addirittura per produrre dei segnali luminosi di bioluminescenza come per esempio nelle Lucciole, chiamate anche Lampiridi, dove una reazione chimica interna che avviene con l’Ossigeno esterno permette di illuminarle.

Va chiarito che la fluorescenza è la proprietà di una sostanza di assorbire radiazioni elettromagnetiche (soprattutto quelle nell’ultravioletto) e di riemettere, con una lunghezza d’onda maggiore e con energia minore, la luce visibile di varie colorazioni. Non bisogna confondere la fluorescenza con la fosforescenza. Sono due proprietà simili, ma la fluorescenza emette luce visibile per un lasso di tempo abbastanza breve dopo aver assorbito le radiazioni elettromagnetiche, mentre nella fosforescenza l’emissione di luce visibile dura molto di più. Inoltre non bisogna confondere la biofluorescenza con la bioluminescenza. La biofluorescenza, come abbiamo visto, avviene solo in presenza di luce mentre la bioluminescenza anche senza.

Per quanto riguarda gli altri organi interni, gli Artropodi hanno innanzitutto un sistema nervoso costituito da strutture semplici di neuroni chiamate Gangli e con una conformazione metamerica e con un rudimentale cervello, un apparato digerente molto semplice chiamato Stomodeo (con una sorta di semplice tubo digerente con delle piccole ghiandole salivali, con un primitivo stomaco e con lievi curvature per permettere una miglior assimilazione dei nutritivi da scartare poi tramite il Prectodeo), dei semplici reni ed una piccola vescica, delle ghiandole endocrine (ovvero quelle ghiandole che riversano sostanze all’interno dell’organismo) che producono sostanze come per esempio l’ormone cerebrale (per chi non lo sapesse gli ormoni sono alcune sostanze chimiche importantissime, per svariati processi metabolici vitali e costituiti prevalentemente da amminoacidi, quest’ultimi le basi delle proteine) che svolge degli importantissimi ruoli per la crescita, delle ghiandole esocrine (ovvero quelle ghiandole che riversano sostanze all’esterno dell’organismo) che producono ad esempio alcuni veleni ed infine un apparato riproduttivo abbastanza semplice.

La riproduzione avviene con varie tipologie di accoppiamento, ma gli Artropodi in sé si riproducono in modo oviparo (quindi con delle uova esterne), ovoviviparo (quindi con delle uova che però si schiudono all’interno del corpo della madre senza però scambi di nutritivi che sono già presenti nell’uovo) e viviparo (con lo sviluppo dell’embrione senza uovo all’interno della madre e con scambi di nutritivi, questo avviene anche in noi Umani).

Una volta nato un Artropode prima vive una vita da Larva che può essere vermiforme oppure con una Forma Adulta completa ma “bambina”, dopo questa fase avviene la fase di Pupa quindi intermedia e successivamente una Metamorfosi (ovvero quel punto di passaggio dallo Stato Giovane a quello Adulto. In questa fase avvengono una serie di cambiamenti fisiologici e strutturali molto drastici) per arrivare alla Fase Adulta.

Nella Fase Adulta avvengono poi delle mute per quanto riguarda l’esoscheletro per rinnovarlo. A proposito di esoscheletro, può in piccola parte sostenere i tessuti interni per diventare una sorta di pseudo-endoscheletro, pur rimanendo esoscheletro.

Gli Habitat, ovvero i luoghi dove vive un animale, degli Artropodi poi vanno da ambienti acquatici, marini, terrestri ed aerei (infatti alcuni insetti, anzi, una buona percentuale di loro, hanno delle ali). Sono presenti addirittura in zone desertiche ed aride. Fatta esclusione ovviamente per i Poli terrestri, anche se sono state ritrovate delle Zanzare lì ed ovviamente gli Artropodi marini ed acquatici (FONTE).

Gli Artropodi sono sia erbivori che carnivori, quindi hanno una dieta prevalentemente onnivora, dipende poi dalla Specie, talvolta anche “parassitando” vegetali (in tal caso vengono chiamati fitofagi, nutrendosi dei vegetali in sé oppure fitomizi se si nutrono soltanto della linfa dei vegetali) oppure animali (in tal caso vengono chiamati ectoparassiti, che prendono nutritivi dall’esterno di un animale, invece all’interno vengono detti endoparassiti, come per esempio alcuni Cirripedi, ovvero dei particolarissimi Crostacei endoparassiti esclusivamente marini che parassitano altri Artropodi marini e che spesso si trovano sotto le Carene delle barche), ma non si tratta di un vero e proprio parassitismo, ma di predazione, infatti nel parassitismo un organismo vive solo ed esclusivamente parassitando un altro organismo (come per esempio i Funghi, i Virus e i Protozoi) mentre per quanto riguarda gli Artropodi possono anche avere altre fonti di nutrimento che non soltanto parassitari, anche se ci sono dei casi come per esempio le Pulci. Gli Artropodi possono anche nutrirsi di materiali di scarto come ad esempio le feci di altri animali oppure decomponendo materiale organico (in tal caso vengono chiamati Detritivori) o assimilando materiale organico animale (in tal caso vengono chiamati Necrofagi) e vegetale già decomposto (in tal caso vengono chiamati Saprofagi) come per esempio alcuni Scarabei, chiamati anche Scarabei stercorari, in riferimento maggiormente alle Specie Geotrupes stercorarius, Scarabaeus laticollis e Scarabaeus sacer. Sono noti anche alcuni casi di Cannibalismo.

Degli animali strabilianti

Gli Artropodi sono poi molto utili in natura perché possono provvedere all’impollinazione, come per esempio con le Api, oppure creare dei danni alle colture come per esempio con le distruttive Cavallette. Molti Insetti vengono poi trattati con tecniche di ingegneria genetica, nanotecnologia, biotecnologia e bioingegneria in vere e proprie Biofabbriche per allevare industrialmente degli Insetti da utilizzare nella cosiddetta lotta biologica oppure nella lotta biotecnica per eliminare degli Artropodi invasori senza ricorrere a delle sostanze chimiche dannose ma comunque avere rigorosamente un controllo assolutamente coscienzioso negli Insetti ingegnerizzati.

Le dimensioni degli Artropodi sono molto varie, infatti si va dai circa 0,1 millimetri dei Tricogrammatidi, chiamati anche Trichogrammatidae (che si nutrono delle uova delle Farfalle/Falene, chiamate anche Lepidotteri) fino ai ben 4 metri totali, zampe comprese, del Granchio Gigante Del Giappone chiamato scientificamente Macrocheira kaempferi; con una media delle grandezze degli Artropodi di circa 3 – 10 centimetri. Gli Artropodi possono mostrare anche delle organizzazioni sociali, collaborative e gerarchiche, come per esempio con le Termiti. Potrebbero esistere tuttora anche altri Artropodi misteriosi ancora non scoperti, infatti si stima che ne esisterebbero all’incirca 10 milioni, ma al momento ne sono stati scoperti soltanto poco più di 1 milione. La maggior parte degli Artropodi, poi, sono Insetti, che rappresentano la Classe più complessa, immensa e vasta finora esistente, con circa 1 milione di Specie note. Secondo l’Importantissimo scienziato australiano naturalizzato britannico di nome Robert May (che è nato nel 1936 ed è morto nel 2020):

“In via approssimativa e mettendo da parte lo sciovinismo vertebrato, possiamo dire che, in sostanza, tutti gli organismi sono insetti”.

Questa semplice ma importante frase fa capire la grandissima variabilità non solo degli Artropodi ma anche degli Insetti in sé che sono dotati di caratteristiche straordinarie, varie strategie evolutive complesse e capacità di sopravvivenza avanzatissime; insomma, sono un ottimo esempio di cosa significhi la forza della natura.

Infine si pensa che gli Artropodi sono dei discendenti dei Trilobiti, quest’ultimi dei simpaticissimi Artropodi marini ormai estinti (molti dei quali fossilizzati) vissuti sul Pianeta Terra nell’Era Del Paleozoico (o Era Primaria, della durata di circa 296 milioni di anni ed iniziata dalla fine del Precambriano, all’incirca 544 milioni di anni fa e dall’inizio del Mesozoico, all’incirca 253 milioni di anni fa) che si sono poi evoluti sia in Specie acquatiche che in quelle terrestri ed aeree.

Ecco un’immagine di un particolare Trilobite (FONTE: Anna Pia Tortorella):

Trilobite

Le caratteristiche degli Insetti

In linea di massima la descrizione degli Artropodi fatta finora si rifà in largo modo anche a quella degli Insetti. Diciamo che la differenza tra gli Insetti e gli altri Artropodi sta nel fatto che gli Insetti hanno una conformazione anatomica che permette di distinguere bene il capo, il torace e l’addome. In particolare il capo è altamente complesso.

Ci sono innanzitutto delle particolari antenne con funzioni sensoriali.

Poi degli apparati boccali che possono essere masticatori (ovvero con la presenza di mandibole a forma piramidale come per esempio le affascinanti Coccinelle), falciformi (ovvero con la presenza di mandibole molto grandi a forma di falce, talvolta seghettate come per esempio nelle suggestive Formicaleone), perforante-succhiante (ovvero con la presenza di mandibole allungare e leggermente ricurve che prima perforano una preda e poi permettono di succhiare i liquidi interni; in tal caso non c’è la capacità di masticazione come per esempio alcuni Scarabei), succhiante-lambente (ovvero con mandibole relativamente semplici che permettono prima di lacerare il cibo e poi di succhiarlo con una sorte di proboscide oppure di leccarlo con una lingua, che prende il nome di ligula, quest’ultimo termine indica lambente come per esempio le Vespe) ed infine pungente-succhiante (ovvero con la presenza di una sorta di ago, di cannuccia o di proboscide da infilzare nella preda e succhiare i nutritivi come per esempio le Zanzare). L’apparato boccale degli Insetti è talvolta utilizzato anche per difendersi.

C’è poi la presenza di piccoli ocelli, all’incirca 2 oppure 3 per esemplare, ovvero degli occhi primitivi che permettono di osservare soltanto le variazioni di luce e non le immagini. Questi occhi sono formati da una semplice cornea (la parte anteriore di un occhio formata da vari sottilissimi strati di varie forme, per permettere il passaggio della luce e quindi delle particelle subatomiche che la costituiscono ovvero i fotoni, costituiti da collagene, una proteina fibrosa), da una porzione sottostante rifrangente (una sorta di cristallino) ed infine dalla retinula (quest’ultima formata soltanto da 2 oppure 4 cellule centrali fotosensibili di piccole dimensioni chiamate rabdomeri che, unendosi, formano il rabdoma, una sorta di tubicino trasparente) che porta i segnali luminosi prima al ganglio ottico e poi al nervo ottico vero e proprio generato da questo ganglio. Seppur primitivi, questi ocelli riescono a polarizzare la luce. La polarizzazione della luce avviene quando quest’ultima viene letteralmente raddrizzata tramite lenti naturali, lenti artificiali o altri materiali ottici con determinate angolazioni; in questo modo si lascia “passare” soltanto una determinata lunghezza d’onda della luce tra le tante che la formano in modo irraggiato. Ciò avviene anche negli Occhiali Da Sole che sembrano “oscurare” una grandissima percentuale della luce visibile. Negli Insetti la polarizzazione della luce non è banale, ma permette di osservare al meglio la luce in caso di scarsa visibilità permettendo un miglior orientamento osservando la posizione del Sole, la nostra Stella nana gialla.

Infine ci sono degli occhi composti, quelli principali di un Insetto, caratterizzati e formati da vari ommatidi (ovvero strutture che misurano 35 micrometri di diametro circa). Queste particolari strutture contengono cellule fotosensibili e al centro di queste strutture c’è il rabdoma, una sorta di tubicino trasparente che a sua volta, come abbiamo già visto, è costituito dai rabdomeri. A loro volta queste strutture sono circondate singolarmente da un anello scuro di cellule pigmentate ed il tutto è avvolto in una lente conica simile al cristallino di un Occhio Umano. Ciò permette una vista perfetta negli Artropodi e caratterizzata da una visione a mosaico per osservare poi le immagini complete.

Gli Insetti sono quindi altamente funzionanti e tutte queste caratteristiche ne fanno dei Campioni (con la C maiuscola) di sopravvivenza; sono degli ottimi esempi di Evoluzione.

Tutta questa ampia spiegazione è necessaria per comprendere al meglio il fenomeno che ho ripreso in video, in tal caso è di dovere spiegare anche alcune caratteristiche degli Afidi.

Cosa sono gli spettacolari Afidi

Adesso siamo giunti alla parte principale di questo Articolo. Infatti, come accennato prima, intendiamo parlare degli Afidi, per l’appunto degli Insetti.

Gli Afidi sono dei particolarissimi Insetti fitomizi, ovvero che si nutrono della linfa delle piante, che formano la SuperFamiglia chiamata Aphidoidea; che rientrano nell’Ordine dei Rincoti, chiamati scientificamente Rhynchota, caratterizzati da un apparato boccale a forma di rostro (una sorta di cannuccia), un corpo tozzo e zampette relativamente grandi.

Per curiosità, il rostro è un pesante oggetto cilindrico utilizzato anticamente sulle navi da guerra per distruggere letteralmente quelle nemiche; stando alle scritture dello scrittore romano antico di nome Plinio Il Vecchio questo Strumento Fu Inventato Da Piseo Figlio Di Tirreno.

Il nome di questi Insetti si rifà proprio a questo oggetto antico estremamente importante, nello stesso Ordine rientrano anche le Cimici (la cui Famiglia è chiamata Pentatomidae), l’Insetto Carabiniere (la cui Famiglia è chiamata Pyrrhocoridae) ed appunto anche gli Afidi.

La descrizione dei Rincoti riesce a spiegare bene la struttura degli Afidi. In aggiunta va detto che questi piccoli Insetti sono in possesso di piccole ali che gli permettono di volare e che vengono poi ripiegate con una particolare forma a tetto quando non volano, similmente a quelle delle Bellissime Farfalle; le ali sono però raramente presenti nei maschi e maggiormente presenti nelle femmine, caratteristica detta polimorfismo intraspecifico e più specificamente peciloginia.

Gli Afidi hanno poi 3 ocelli e 2 occhi composti laterali costituiti da 3 blocchi o ommatidi, detti anche occhi giovani, quindi non primitivi come gli ocelli, e quindi che osservano le immagini complete.

Il loro esoscheletro, poi, è molto delicato.

Mentre i segmenti addominali sono chiamati uriti e negli Afidi ne sono presenti 9. Sono presenti poi alcuni sifoni utilizzati per emettere una particolare cera fluida altamente solidificante per far appiccicare eventuali predatori e quindi difendersi. Questi sifoni producono anche alcuni feromoni, ovvero sostanze biochimiche con un miscuglio di proteine, lipidi (quelli che chiamiamo più comunemente grassi) e glucidi (quelli che chiamiamo comunemente zuccheri) con funzioni di segnalatori chimici ed utilizzati per diversi scopi come per esempio comunicazione, segnalare pericoli oppure per riprodursi.

Gli Afidi hanno poi vari colori, dal nero, al verde fino al giallo.

Fin qui le caratteristiche degli Afidi sono molto bizzarre, ma le caratteristiche più bizzarre sono ben altre, avete capito bene!

Innanzitutto non hanno un sistema escretore, quindi a tutti gli effetti non fanno i cosiddetti “bisogni”, ma i materiali di scarto vengono assimilati da dei batteri simbionti (ovvero che non parassitano ma creano una sorta di “accordo” tra loro e l’organismo ospite), ciò è davvero affascinante.

Gli Afidi sono poi una preda delle Bellissime Coccinelle, la cui Famiglia di Insetti è chiamata Coccinellidae o Coccinellidi che fa parte dell’Ordine dei Coleotteri. Infatti non è raro osservare Afidi e Coccinelle vicine; infatti le stesse Coccinelle sono utilizzate per combattere, insieme ad altre sostanze naturali (come per esempio il particolare Olio Di Neem che li asfissa) e chimiche (come per esempio il potentissimo Piretro che è un insetticida oleoso a base naturale e ricavato dai fiori di una pianta della Famiglia delle Asteraceae, il Tanacetum cinerariifolium che li corrode letteralmente), le infestazioni degli Afidi, che comunque possono danneggiare e far morire una pianta.

Oltre a questo, un’altra caratteristica insolita è che sono tra i pochi Insetti vivipari, quindi generano dei cuccioli Larvali che sono simili alla Fase Adulta senza attraversare una fase intermedia. Anche se alcuni Afidi producono delle uova. Fatto sta che il loro livello riproduttivo è estremamente elevato garantendo una grandissima presenza degli Afidi in natura. Gli studiosi pensano che gli Afidi siano originari del Macchia Mediterranea con tracce poi in quasi tutto il Mondo tranne ovviamente ai Poli. Gli Afidi sono presenti soprattutto in Europa, America, Africa, Medio Oriente ed Australia. Si cibano, poi, della linfa di alcune piante mediterranee, succhiandola. Sembrano dei mutanti. Grossomodo questa è la descrizione degli Afidi, che, come abbiamo visto, sono davvero spettacolari, piccoli ma affascinanti con un eccellente valore anche a livello genetico.

Ecco un’immagine della Struttura Degli Afidi E Le Loro Uova (FONTE):

Struttura Degli Afidi E Le Loro Uova
Struttura Degli Afidi E Le Loro Uova

Gli Afidi che ho ripreso in video sono della Specie chiamata Aphis nerii.

Le bizzarre caratteristiche degli Afidi della Specie chiamata Aphis nerii

Questi Afidi ripresi da me sono caratterizzati da un colore giallo molto acceso. Questo colore molto vivace è giustificato dal fatto che questa Specie di Afidi vogliono mettere in guardia dei possibili predatori perché sono velenosi, caratteristica detta Aposematismo.

La velenosità di questi animali però non è intrinseca, ma dovuta alla loro alimentazione, infatti si cibano della linfa della pianta sempreverde (ovvero che non perde le foglie durante l’Inverno) dell’Oleandro, il cui nome scientifico è Nerium oleander (da cui si ispira anche il nome degli Afidi gialli), che fa parte della Famiglia delle Apocynaceae (caratterizzate da una forma cespugliosa e da fiori di medie dimensioni ed esteticamente belli) e del Genere chiamato Nerium, di cui è l’unica Specie. Tale pianta è anche ornamentale.

Questa pianta contiene però un potentissimo veleno chiamato Oleandrina che ha delle basi alcaloidi. Gli alcalini o basici, dalla parola araba “Al-Qualì che tradotto in italiano significa “Ceneri e si collega ad alcune caratteristiche degli stessi alcalini, sono sostanze che reagendo chimicamente prendono elettroni generando Ossigeno (anch’essi talvolta con effetti corrosivi ma con invece un sapore amaro) e che può anche assorbire le sostanze acide (anche alcuni metalli sono alcalini come per esempio il Litio, il Sodio, il Potassio, il Rubidio, il Cesio ed il Francio), infatti un’alimentazione alcalina può portare a degli ottimi benefici sulla Salute, perlomeno per livellare l’acidità del Corpo Umano in modo stabile dalle sostanze acidificanti; infatti un’eccessiva acidità che provoca la pericolosa acidosi (che può comportare anche delle mutazioni genetiche e quindi provocare il tumore) oppure un’eccessiva alcalinità sono pericolose.

Altre basi di questo veleno, quelle principali, sono glucidiche (quindi zuccherine) chiamati Glicosidi formati dalla reazione di un carboidrato in forma emiacetalica (quindi di idrocarburi) con un legame glicosidico (quindi un atomo di uno zucchero con un atomo centrale di un altro elemento, perlopiù Ossigeno, Azoto e più raramente Zolfo) la cui reazione è catalizzata (ovvero velocizzata, infatti la catalizzazione è una sorta di “accelerazione chimica” che avviene in ambienti biologici oppure non) da tracce di acido forte e il carbonio glicosidico risultante, oltre che a un gruppo alcolico formato da Idrogeno ed Ossigeno. La parte zuccherina di tali composti è chiamata glicone mentre quella non zuccherina è detta aglicone.

La tossina che si crea è in grado di bloccare il passaggio di alcune sostanze all’interno della membrana cellulare, bloccando l’Enzima (i catalizzatori del Corpo Umano) il cui numero di classificazione è il numero EC 3.6.3.9 . Questo Enzima è una pompa ionica (ovvero che ionizza gli elementi quindi li carica elettricamente facendo cedere oppure acquisire uno o più elettroni da parte di un atomo, di una molecola oppure di un gruppo di atomi legati fra loro) Sodio-Potassio a base proteica e situata nella membrana cellulare ed utile per il trasporto di alcuni nutritivi come gli zuccheri e le proteine. Tale Enzima è anche utile per controllare il volume cellulare e migliorare il funzionamento delle cellule nervose e muscolari; garantendo un buon equilibrio anche a livello cardiaco; inoltre un malfunzionamento di esso potrebbe essere una concausa dello sviluppo del tumore quando una cellula a seguito dello scorretto funzionamento di questo Enzima perde del Calcio ed assimila un eccesso di Sodio e di zuccheri che comporta un’ulteriore mutazione genetica alla base del tumore in cui letteralmente una cellula impazzisce, riproducendosi senza controllo, devastando un intero organismo; quest’ultimo termine indica ovvero ogni essere vivente che nasce, cresce, si riproduce e muore; anche se il termine di vita in sé è misterioso e potrebbe basarsi non soltanto sul Carbonio ma anche sul Silicio, altre tipologie di gas, ma anche metalli ed altre sostanze tuttora sconosciute (FONTE). L’Enzima in questione è quindi molto importante per il metabolismo (il metabolismo invece è l’insieme delle reazioni chimiche che avvengono negli esseri viventi, da citare per esempio il famosissimo metabolismo basale che indica soltanto quelle reazioni chimiche che avvengono in riposo e quindi le funzioni vitali di base come per esempio la respirazione) e con l’Oleandrina viene bloccato ed inibito e ciò comporta scompensi cardiaci, aumento della frequenza respiratoria (dovuta dallo scompenso cardiaco), disturbi gastrici, sonnolenza, ipotermia (un abbassamento della temperatura corporea dovuto a questi blocchi), spasmi, disturbi al sistema nervoso centrale (quindi anche con confusione mentale) e morte. Questo veleno ha una struttura ed un’azione simile ad un altro potentissimo veleno, l’Ouabaina.

Gli Afidi gialli non subiscono danni da questo veleno grazie a qualche sostanza immunogena (ovvero una sostanza che stimola la produzione di anticorpi contro corpi estranei) prodotta come antidoto agli antigeni (ovvero sostanze che dal sistema immunitario vengono percepite come estranee oppure potenzialmente pericolose) del veleno dell’Oleandro. Studiare ulteriormente gli Afidi gialli, anche in moltissimi altri ambiti, potrebbe portare alla realizzazione anche di ulteriori antidoti per gli Umani contro l’intossicazione da tale veleno che può essere fatale soprattutto nei bambini, anche se esiste già un antidoto, ma si può sempre migliorare. Lo studio degli Afidi in generale può servire anche in moltissimi altri ambiti ed anche per trovare delle cure mediche veramente efficienti che si basano sulle caratteristiche genomiche degli Afidi e garantire a tutti dei benefici sulla Salute Umana evitando quindi tutti gli effetti collaterali di medicine, vaccini, operazioni chirurgiche varie e tanto altro.

Chiarito questo aspetto, seppur molto complesso, è davvero importante perché potrebbe in seguito dare una risposta al Mistero della danza di questi Insetti.

Oltre al loro colore, gli Afidi gialli sono una Specie partenogenetica obbligata.

Ma cosa vuol dire?

Sembra Fantascienza, ma questi Afidi sono quasi tutte femmine perché la loro riproduzione avviene senza fecondazione, ma tramite letteralmente una clonazione di sé stesse ed in sé stesse in modo viviparo. Generando poi delle Larve che poi raggiungono lo Stadio Adulto, senza fasi intermedie di Pupa. I maschi degli Afidi gialli esistono, ma c’è bisogno di condizioni genetiche particolari. Sicuramente questo processo è tuttora una controversia scientifica, tuttora da studiare a pieno ed è indubbiamente ricco di Mistero.

Questo processo è incredibile, ma moltissimi Artropodi, alcuni anche inquietanti, hanno delle caratteristiche “futuristiche” e questa clonazione negli Afidi ne è un esempio, oltre che a dimostrare l’elevato livello evolutivo degli stessi Artropodi. Un poco come con la spettacolare invenzione dei particolari robot biologici viventi chiamati Xenobot.

Gli Afidi gialli hanno poi delle antenne, delle zampette e dei sifoni di colore nero.

Fin qui abbiamo parlato degli aspetti anatomici degli Aphis nerii, che sono necessari per comprendere il video che vi sto per mostrare. Infatti il video che vi sto per mostrare immortala un comportamento strano di questi Afidi, un comportamento di cui non sono riuscito a trovare nulla su Internet, chiedendo il parere anche di alcuni Esperti che però sono rimasti anch’essi perplessi. Ho elaborato alcune teorie su questi simpaticissimi Insettini, ma questo Articolo è anche un modo per tentare di trovare una risposta a questo strano fenomeno, quindi se avete una vostra ipotesi fateci sapere. Ciò è anche un modo per mostrare alla Comunità Scientifica questa specie di “danza” di questi Insetti Afidi gialli ed eventualmente fare luce al riguardo.

Uno strano video

Il video di questo movimento è stato fatto personalmente da me a Salerno, più precisamente nella Frazione Chiamata Sordina nei pressi di un cespuglio di Oleandri con dei gigli rosa. L’evento immortalato è davvero bizzarro. Ecco il video:

Come potete vedere, gli Aphis nerii fanno uno strano movimento semicircolare, quello che è davvero strano è che è sincronizzato tra le colonie, non sono a conoscenza se questo fenomeno sia stato testimoniato anche in altre Specie di Afidi. Di norma le azioni sincronizzate nel Regno Animale avvengono sottoforma di versi, fischi, canti e suoni come forma di comunicazione; come per esempio con le Rane, chiamate scientificamente Anuri. Infatti la teoria più plausibile è che questo movimento degli Afidi gialli sia un modo per comunicare tutti assieme che “sta andando tutto bene”, si ha anche il sospetto che il movimento, seppur sincronizzato, parti dagli esemplari più grandi, come una sorta di Alpha. Come sappiamo la comunicazione tra gli Insetti avviene maggiormente tramite dei segnali chimici, o marcatori chimici, quindi feromoni o simili (quasi tutti a base proteica), da ciò si può capire che quel movimento serve a spargere delle sostanze chimiche tramite i sifoni, oppure gli uriti. Non a caso è abbastanza noto che gli Afidi, quando succhiano i nutritivi, poi producono la cosiddetta Melata. Questa sostanza è una sostanza zuccherina prodotta dalla linfa succhiata e filtrata perché gli Afidi, dato che hanno una dieta a basso contenuto di amminoacidi, le basi delle proteine, i cui componenti sono minori negli zuccheri, devono assimilare una quantità elevatissima di linfa per soddisfare il proprio fabbisogno azotato per mantenere sane le strutture proteiche; quindi la linfa va concentrata e la Melata è lo scarto di tale processo.

Questa sostanza poi riesce ad attrarre anche altri Insetti che si cibano di sostanze zuccherine, detti Insetti Glicifagi, come per esempio le Formiche che creano un vero e proprio rapporto di simbiosi con gli Afidi, le Mosche, le Api che possono utilizzare la Melata anche per produrre del Miele quando scarseggia il nettare dei fiori, le Farfalle, i Funghi Saprofiti (ovvero che si nutrono di materia organica morta o in decomposizione) ed eccetera. Dopo anche le spiegazioni precedenti sulle varie sostanze che trattano gli Afidi questa è una teoria più che affidabile.

Gli Aphis nerii comunicano tra di loro proprio spargendo la Melata in modo sincronizzato o al massimo tramite qualche feromone emesso dai sifoni. Sicuramente è un metodo di comunicazione perché se fosse stato soltanto un metodo per pulirsi dalla Melata non sarebbe stato sincronizzato. Tale teoria sembra quella più idonea. Oltre che anche dal mio video potrebbe essere dimostrata. Infatti è anche quella più plausibile.

Ma ci sono altre ipotesi?

Certo!

Si potrebbe pensare anche che questo movimento sia un modo per avvertire un pericolo, ma nella ripresa che ho fatto non sembrano in pericolo.

Oppure che sia una reazione, una sorta di “felicità”, alla luce del Sole, come avviene coi Grilli, ma è un’ipotesi remota altrimenti tutti quanti dovrebbero reagire e non soltanto una determinata colonia; anche se va detto che gli Afidi sono anche una sorta di fusione tra piante ed animali perché ha una particolare Molecola di nome Molecola ATP che riesce a trasformare l’acqua, l’ossigeno e l’anidride carbonica in zuccheri, in particolare il glucosio, reagendo col Sole anche se è un processo chimicamente simile alla fotosintesi clorofilliana negli Afidi non è presente la clorofilla e nemmeno le cellule vegetali, ovvero quelle dotate di organelli che permettono la fotosintesi clorofilliana; diciamo che gli Afidi emulano la fotosintesi clorofilliana quando la linfa sta finendo e quindi la pianta sta morendo, in modo da garantirsi delle riserve di zuccheri prima di andare verso un’altra pianta. L’assimilazione di questa Molecola ATP che sembra copiare la fotosintesi clorofilliana in veste animale può essersi sviluppata dal continuo nutrimento di linfa delle piante ed anche dal fatto dell’elevata mutabilità genetica degli Afidi stessi (FONTE). Tale scoperta è stata fatta da una studiosa tutta italiana, quindi un Orgoglio Davvero Nazionale, di nome Maria Capovilla.

La Molecola ATP, che ha un funzionamento di fornitore di energia, come quelli che paghiamo noi tramite le bollette, anche se le cellule non aggiungono “tasse eccessive animalmente parlando” negli esseri viventi per le cellule tramite vari processi chimici. Questa importantissima Molecola è chiamata anche Adenosina Trifosfato ed è un Acido; gli Acidi poi sono quelle sostanze che atomicamente donano i protoni generando Idrogeno (talvolta con effetti corrosivi oppure con un sapore aspro). In seguito la Molecola ATP è formata anche da una base azotata, cioè l’Adenina, dal Ribosio, che è uno zucchero pentoso, e da 3 gruppi fosfati; una struttura che ricorda quella dei nucleotidi e quindi del DNA e dell’RNA senza però formare strutture ad elica, più complesse, delle strutture genetiche, è una sorta di “precursore fuso intermedio del DNA e dell’RNA”. Infatti la Molecola ATP è uno dei reagenti necessari per la sintesi dell’RNA e quindi formarlo.

Vediamo un attimo le caratteristiche del DNA e dell’RNA, i mattoni della vita

Il DNA, chiamato anche Acido Desossiribonucleico, è un polimero (ovvero delle macromolecole, in pratica delle molecole dall’elevato peso molecolare formate da un numero elevato numero di molecole uguali oppure diverse tra loro in una forma a catena ripetendo gli stessi legami) che contiene le informazioni genetiche per il corretto funzionamento di un organismo vivente; di cui recentemente è stata fatta la mappatura finora più completa. Più precisamente il DNA è un polimero chiamato Acido Nucleico che in esso forma una particolarissima struttura a doppia elica costituita da nucleotidi, quest’ultimi dei monomeri, ovvero sostanze semplici, che nel DNA vengono chiamati desossiribonucleotidi.

nucleotidi sono poi le molecole che costituiscono il DNA e sono: uno zucchero pentoso ovvero con 5 atomi di carbonio, una base azotata ed alcuni fosfati; tutte basi delle proteine.

Inoltre vi ricordo che i nucleotidi possono formare una struttura come la già citata doppia elica, come appunto nel DNA, che relativamente è più complesso; oppure formare una struttura a singola elica chiamata RNA, detta anche Acido Ribonucleico, i cui nucleotidi sono chiamati ribonucleotidi, che è invece molto più semplice e presente in organismi poco complessi come per esempio i Virus.

Oltre alla differenza strutturale e quindi di complessità, la differenza tra DNA ed RNA è data anche dal fatto di alcune differenze nei nucleotidi; per esempio nel DNA lo zucchero pentoso è il Desossiriboso mentre nell’RNA è il Ribosio, quest’ultimo con un atomo di Ossigeno in più. Altra differenza è che nel DNA le basi azotate sono l’Adenina, la Citosina, la Guanina e la Timina, invece nell’RNA al posto della Timina c’è la Base Uracile.

Il DNA poi, dato che è più complesso, è capace di utilizzare e produrre filamenti di RNA, chiamato RNA messaggero oppure mRNA, per permettere la sintesi proteica nell’organello cellulare chiamato Ribosoma per formare delle proteine alla base delle funzioni vitali.

Negli organismi con soltanto l’RNA invece le funzioni vitali sono molto semplici e dedite maggiormente alla sintesi proteica in altre cellule come per esempio nei Virus che per vivere devono obbligatoriamente parassitare altre cellule e quindi riprodursi immettendo l’RNA al loro interno, caratteristica che li reputa degli endoparassiti obbligati. Altra differenza tra il DNA e l’RNA è che il DNA può trovarsi esclusivamente nel nucleo cellulare, mentre l’RNA può spaziare dal nucleo al citoplasma, quest’ultimo la parte esterna al nucleo di una cellula ma interna alla membrana cellulare esterna che contiene vari organelli immersi in un liquido chiamato citosol, quest’ultimo formato prevalentemente da acqua, proteine, minerali disciolti ed altro. Il DNA è quindi più complesso mentre l’RNA è più semplice, ovviamente le caratteristiche strutturali dei nucleotidi con le loro catene permettono di realizzare le singole caratteristiche genetiche di un individuo.

Ora continuiamo a parlare delle altre teorie su questa strana danza degli Afidi gialli.

Le altre interessanti teorie su questa strana danza degli Afidi gialli

Altra ipotesi è che può essere un rituale di accoppiamento, ma anche questa teoria è remota perché come abbiamo visto si riproducono tramite clonazione e quindi non c’è bisogno dell’accoppiamento. Si potrebbe pensare anche che sia un modo per succhiare meglio i nutritivi, ma ciò non spiega la sincronizzazione, che in questo caso è incredibile. Un’altra teoria ancora è che sia una reazione all’elettrosmog e quindi anche al controverso 5G cinese, anche se in questo caso avrebbe dovuto provocare la reazione in tutti gli Afidi ripresi, quindi anche questa ipotesi è da scartare, anche se i pericoli delle onde elettromagnetiche, soprattutto col 5G, sulla natura sono verissimi e vanno seriamente trattati. Infine, si potrebbe pensare che sia un modo utilizzato dagli Afidi come una sorta di gioco ma è un’ipotesi assai remota. La teoria migliore resta quella della comunicazione chimica. Ciò dimostra anche una grandissima intelligenza, seppur relativamente semplice, in questi simpatici animali.

Conclusioni

In conclusione va detto che la teoria della comunicazione chimica andrebbe confermata a livello scientifico, quindi con strumentazioni Accademiche che purtroppo non ho, ma già mostrarla a tutti voi è un grandissimo passo in avanti, del resto questo è il ruolo della Divulgazione Scientifica e di un Divulgatore Scientifico Davvero Competente; non ci resta quindi che portarla all’attenzione di qualche Esperto Davvero In Gamba. Soprattutto in questo periodo storico davvero interessante.

Fatto sta che il Mistero rimane, ma con questo Articolo è stato realizzato un riassunto complessivo degli Artropodi, degli Insetti e degli Afidi proprio per comprendere questo fenomeno.

Del resto la natura è piena di meraviglie. E questo fenomeno lo spiega benissimo, sperando che venga fatta chiarezza al riguardo, io rimango disponibile per qualsiasi ulteriore chiarimento. In ogni caso viene dimostrato l’altissimo valore della più grande meraviglia, del più grande tesoro e del più grande Mistero dell’intero universo esistente che è la spettacolare vita.