Il metaverso non è solo di Zuckerberg

Sempre più spesso si sente ripetere, sui media e online, la connessione tra metaverso e l’azienda Meta, creata proprio da Mark Zuckerberg. Ma non è solo questo, proviamo a spiegarvi perché.

È vero, la parola metaverso è veramente molto simile a quella “Meta”, il nuovo contenitore in cui Zuckerberg ha inserito tutti i suoi prodotti (WhatsApp, Facebook e Instragram). La connessione tra i due, quindi, sembra scontata, diretta, lampante. Eppure non è così.

È bene ricordare che la parola “metaverso” non è un neologismo creato dal fondatore del social azzurro, ma un termine nato 30 anni fa. Da chi? Niente di meno che dallo scrittore Neal Stephenson, che nel suo libro “Snow Crash” descriveva una realtà virtuale in cui le persone erano avatar e tutto era connesso e condiviso tramite internet. A provare a spiegare di cosa si parla quando si parla di metaverso è stato, di recente, Davide Borra, architetto digitale di No real interactive, azienda che da oltre due decenni sviluppa ambienti di realtà virtuale e aumentata. “Di sicuro non è il posto della perdizione o dell’arricchimento veloce attraverso la vendita di Nft come è stato descritto negli ultimi tempi – ha spiegato ai microfoni de La Stampa – Per arrivarci basta un software che è lo strumento che permette di aver accesso a questo mondo. Occorre però creare un proprio profilo e un proprio avatar, vale a dire un alter ego per il mondo virtuale”.

A sviluppare tutti questi ambienti prima che ci pensasse Mark Zuckerberg erano stati, come si legge su SlotMania, i programmatori del mondo gambling. Entriamo così nel campo del gioco digitale, che aveva sviluppato degli ambienti alternativi e digitali, dei metaversi appunto, in cui giocare alle slot machine online o connettersi a un casinò digitale.

Nel Metaverso si può giocare d’azzardo soprattutto in due universi: Decentraland, dove si trova un casinò Ice Poker che di recente ha fatto registrare qualcosa come 7 miliardi e mezzo di entrate in soli tre mesi e un traffico giornaliero di 6 mila utenti; oppure The Sandbox, dove sta per essere lanciato SlotieVerse, un casinò virtuale che promette di rivoluzionare il mercato.

Insomma, il metaverso di Facebook ancora non esiste, ma altri metaversi sono già realtà, allo stesso modo dell’intelligenza artificiale che si sta consolidando nel settore dell’intrattenimento. E il mondo del gioco, della musica e dell’arte hanno iniziato a colonizzarli prima dell’avvento dei social network.