Le strutture furono erette all’inizio del II secolo d.C. C. e sono sopravvissuti fino ad oggi in buone condizioni.
Analizzando le immagini di Google Earth, un team di archeologi dell’Università di Oxford ha scoperto le tracce di tre accampamenti militari romani precedentemente sconosciuti situati tra la Giordania e l’Arabia Saudita. Le strutture furono erette all’inizio del II secolo d.C. C. e sono sopravvissute fino ad oggi in buone condizioni. Per i ricercatori i reperti potrebbero essere state delle fortificazioni temporanee create dai legionari romani durante le campagne a lunga distanza. Gli accampamenti sono stati realizzati in linea retta e separate da una distanza di 37 e 44 chilometri l’una dall’altra. “Siamo quasi certi che siano stati costruiti dall’esercito romano, data la tipica forma dei recinti con ingressi opposti su ogni lato“, ha spiegato Michael Fradley, il capo dell’inchiesta, citato da un comunicato di Oxford.

Gli archeologi sostengono che le strutture potrebbero dimostrare una spedizione militare romana nella regione di Jawf, nell’attuale Arabia Saudita, e sarebbero da mettere in relazione con l’annessione del regno nabateo, civiltà il cui centro era nella famosissima città di Petra, l’attuale Giordania, nell’anno 106. Sulla base di documenti romani e di altro tipo, gli storici ammettono che non è possibile collegare i dati ricevuti con campagne militari romane documentate nella regione, sebbene suggeriscano di avere ancora pochi dubbi sulla datazione degli accampamenti. “Questi accampamenti in marcia, se abbiamo ragione nel datarli all’inizio del II secolo, suggeriscono l’annessione romana del regno nabateo dopo la morte dell’ultimo re, Rabbel II Soter, nel 106 d.C.“, ha spiegato il professor Andrew Wilson, coautore dello studio pubblicato sulla rivista Antiquity. Va notato che i manoscritti romani indicano che dopo la morte del loro re, nell’anno 106, il regno nabateo passò pacificamente e direttamente al dominio romano, durante l’imperatore Traiano.