Scoperto per la prima volta come è fatto il ‘cuore’ della Luna

Gli scienziati hanno stimato che questo strato geologico ha un diametro di circa 500 chilometri, circa il 15% della dimensione totale del nostro satellite naturale.

Un gruppo di ricercatori francesi ha rivelato la composizione della struttura interna della Luna. A rivelare la scoperta, che giunge cinquantanni dopo le prime missioni spaziali sul nostro satellite, è il Centro nazionale francese per la ricerca scientifica (CNRS). Lo studio, pubblicato anche sulla rivista Nature, ha stabilito che il corpo celeste ha un nucleo interno solido circondato da un nucleo esterno fluido, simile a quello terrestre e descrive in dettaglio che questo strato geologico interno, costituito da un metallo con una densità vicina a quella del ferro, ha un diametro di circa 500 chilometri, il 15% della dimensione totale della Luna. Gli esperti hanno spiegato che il nucleo esterno fluido era stato precedentemente identificato con vari metodi relativi al moto rotatorio della Luna, ma il nucleo interno non era stato studiato a causa delle ridotte dimensioni. La nuova ricerca ha dimostrato l’esistenza di questo strato grazie ai dati delle missioni spaziali. Gli esperti hanno anche indicato prove che mostrano la presenza di materiali ricchi di ferro sulla superficie, forse per il fenomeno del ‘ribaltamento del mantello lunare’ , il movimento di materiale all’interno dello strato intermedio tra il nucleo e la crosta avvenuto durante il processo evolutivo della Luna.

La ricerca indica che il materiale che ha raggiunto la superficie ha prodotto rocce vulcaniche che hanno finito per depositarsi nella crosta lunare. Successivamente, questi materiali erano troppo densi rispetto al materiale crostale circostante e quindi sono ”’sprofondati” fino al confine nucleo-mantello. “I risultati dello studio possono aiutare a migliorare la nostra comprensione della scala temporale geologica dell’evoluzione della Luna“, ha indicato lo scienziato del CNRS, Arthur Briaud, il quale ha evidenziato “che la presenza del nucleo interno solido può contribuire a una migliore comprensione del cessazione del campo magnetico lunare“. Gli scienziati hanno concluso che questi risultati “supportano uno scenario di ribaltamento del mantello globale che fornisce informazioni sostanziali sulla sequenza temporale del ”bombardamento” di oggetti spaziale avvenuto nei primi 1 miliardo di anni del sistema solare“.