La Terra era più rilevabile durante l’era dei dinosauri

Uno studio suggerisce che la Terra potrebbe essere stata più facilmente individuabile durante l’era dei dinosauri a causa dei cambiamenti nella composizione chimica dell’atmosfera.

Due dinosauri sotto il cielo stellato.

Creature di grandi dimensioni potrebbero rendere il pianeta più facile da individuare. (Impeccableaim/Shutterstock.com)

Un nuovo studio condotto dagli scienziati dell’Università di Cornell suggerisce che la Terra potrebbe essere stata più rilevabile durante l’era dei dinosauri rispetto a quanto lo sia oggi, quando cerchiamo segni di vita aliena. La ricerca di vita extraterrestre si basa sulla ricerca di segnali inviati nello spazio da civiltà aliene o sulla ricerca di diminuzioni di luce che potrebbero indicare la presenza di un pianeta abitabile. Una volta individuato un esopianeta, gli scienziati analizzano la sua posizione nel sistema solare e la composizione chimica della sua atmosfera per determinare se potrebbe ospitare vita. Tuttavia, secondo lo studio, la Terra potrebbe essere stata più facilmente individuabile durante l’era dei dinosauri a causa dei cambiamenti nella composizione chimica dell’atmosfera nel corso della sua storia. Durante gli ultimi 540 milioni di anni, l’atmosfera terrestre è cambiata drasticamente a causa dell’emergere della vita e dei cambiamenti climatici. Il team di ricerca ha scoperto che due coppie di firme chimiche – ossigeno e metano, e ozono e metano – erano molto più rilevabili come spettri per chiunque ci stesse guardando circa 100-300 milioni di anni fa rispetto a oggi. Queste informazioni potrebbero aiutare gli scienziati a perfezionare le tecniche di ricerca di segni di vita su altri pianeti. Inoltre, potrebbe essere un’indicazione che la presenza di livelli elevati di ossigeno potrebbe indicare la presenza di grandi creature, come i dinosauri. Questo studio offre la speranza che potrebbe essere più facile trovare segni di vita complessa altrove nel cosmo. Lo studio è stato pubblicato su Monthly Notices of the Royal Astronomical Society.

Links: