La prima rilevazione del bagliore notturno su Marte

La missione Trace Gas Orbiter dell’Agenzia Spaziale Europea ha riportato la prima rilevazione di luce visibile del bagliore notturno su Marte.

Rappresentazione artistica che mostra una resa di montagne marziane e un bagliore verde in un cielo scuro.

Un futuro astronauta potrebbe guardare verso un cielo verde e luminoso in una fredda notte invernale polare su Marte. (NASA/JPL-Caltech/Cornell Univ./Arizona State Univ. – E. W. Knutsen)

La missione Trace Gas Orbiter dell’Agenzia Spaziale Europea ha riportato la prima rilevazione di luce visibile del bagliore notturno su Marte. Questo fenomeno, già noto sulla Terra e fotografato da molti astronauti, si pensava potesse accadere anche su Marte, ma non era mai stato osservato in luce visibile. Il bagliore notturno su Marte appare simile alle aurore terrestri, ma non è correlato a esse, poiché su Marte le aurore brillano in luce ultravioletta. La luce solare divide le molecole di anidride carbonica, fornendo energia agli atomi singoli di ossigeno. Questi atomi migrano dal lato illuminato dal sole al lato notturno di Marte e verso la regione polare attualmente in inverno. Quando la luce solare non eccita più gli atomi, una coppia di essi si combina per formare una molecola di ossigeno, producendo un bagliore verde a circa 50 chilometri sopra la superficie del pianeta. Questa emissione è il risultato della ricombinazione degli atomi di ossigeno creati nell’atmosfera estiva e trasportati dai venti verso le alte latitudini invernali, ad altitudini comprese tra 40 e 60 km nell’atmosfera marziana, come spiega Lauriane Soret dell’Università di Liegi. Secondo le stime del Trace Gas Orbiter, il bagliore dovrebbe essere abbastanza luminoso da poter essere visto dal suolo nelle notti invernali polari, forse da futuri astronauti o da un esploratore robotico. La sonda ha rilevato il bagliore degli atomi di ossigeno sul lato diurno di Marte nel 2020, la prima volta che è stato osservato su un pianeta diverso dalla Terra. Questo suggeriva che un bagliore notturno dovesse essere presente anche su Marte, ma non si era prevista la sua luminosità. Queste osservazioni sono inaspettate e interessanti per i futuri viaggi su Marte, come afferma Jean-Claude Gérard, scienziato planetario dell’Università di Liegi. Oltre a illuminare il percorso per un futuro astronauta marziano, il bagliore notturno offre anche interessanti opportunità di studio scientifico. L’atmosfera tenue di Marte, che rappresenta solo l’1% di quella terrestre, è difficile da studiare e molti processi che avvengono ad alte altitudini sono ancora poco conosciuti. Il bagliore notturno fornisce nuove informazioni su queste regioni e permette di ottenere una migliore stima della quantità di ossigeno presente nell’atmosfera marziana, che è molto limitata. Inoltre, può fornire nuove informazioni su come la luce solare e il vento solare interagiscono con l’atmosfera di Marte. È noto che Marte ha avuto un’atmosfera più densa in passato, ma è stata erosa dal vento solare. Lo studio dell’atmosfera e della sua densità fornisce informazioni importanti per la progettazione di orbiter e per decidere quando e come dispiegare i paracadute per le sonde che atterrano su Marte. Lo studio è stato pubblicato su Nature Astronomy.

Questa animazione rappresenta il processo che si ritiene responsabile del bagliore notturno marziano.

Parte dell’ossigeno liberato dal carbonio vola verso la regione polare e, durante la notte, si ricombina emettendo un bagliore. (ESA)

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