La scoperta delle nanoparticelle d’oro nel fumo viola dell’oro fulminante

Un team di ricerca dell’Università di Bristol ha confermato la presenza di nanoparticelle d’oro nel fumo viola prodotto dall’oro fulminante, aprendo nuove possibilità nel campo delle nanoparticelle metalliche.

Fumo viola che si diffonde su uno sfondo nero, dall'aspetto cupo e drammatico

Ci sono voluti 400 anni per risolvere il mistero del perché gli alchimisti creassero esplosioni viola. (Vagengeim/Shutterstock.com)

Gli alchimisti del passato sono spesso oggetto di scherno per la loro scarsa comprensione della scienza e la loro determinazione ostinata nel cercare di scoprire la trasmutazione nucleare molto prima della sua effettiva scoperta. Tuttavia, è giusto biasimarli? Dopo tutto, solo ora, dopo 400 anni di progressi in chimica e fisica, siamo finalmente riusciti a risolvere il mistero di come creassero quelle esplosioni viola tanto tempo fa.

L’oro fulminante, il cui nome deriva dal vecchio significato di “fulminare”, cioè “esplodere”, è stato il primo esplosivo ad alto potenziale mai scoperto. Il suo primo riferimento risale al 1585, in un libro dell’alchimista tedesco Sebald Schwaerzer, ed è stato popolare da allora con praticamente tutti, dai chimici accademici ai popolari YouTuber.

Ma perché è così popolare? Beh, è facile da fare, divertente da usare e ha anche un effetto visivo interessante: emette un insolito fumo viola quando detona. Nonostante la sua composizione chimica sia stata compresa a fondo per secoli, il motivo di quella nebbia viola ha sfidato la scienza fino ad oggi.

Tuttavia, le persone hanno sempre avuto dei sospetti. Un nuovo articolo, attualmente in forma di preprint da parte dei ricercatori dell’Università di Bristol, afferma che la fonte della insolita colorazione rossa o viola del fumo potrebbe essere dovuta alla presenza di nanoparticelle d’oro. Anche se potrebbe sembrare strano che l’oro possa colorare qualcosa di viola, ci sono prove circostanziali a supporto di questa idea. Ad esempio, l’oro fulminante è stato usato per rivestire oggetti con una patina viola o cremisi, proprio come le soluzioni di nanoparticelle d’oro possono essere usate per rivestire substrati con strati viola o rossi.

Fino ad ora, però, nessuno è stato in grado di dimostrare l’ipotesi in modo definitivo. Ma ora, il team di ricerca dell’Università di Bristol sembra aver fatto un passo avanti. Utilizzando una serie di esperimenti, hanno creato oro fulminante e hanno detonato campioni su fogli di alluminio riscaldandoli. Successivamente, hanno catturato il fumo prodotto utilizzando reti di rame e lo hanno analizzato al microscopio elettronico a trasmissione. I risultati hanno mostrato la presenza di nanoparticelle sferiche d’oro nel fumo, confermando così l’ipotesi che l’oro giochi un ruolo nel misterioso fumo viola.

Con questa scoperta, il team di ricerca ha intenzione di utilizzare gli stessi metodi per indagare sul fumo prodotto da altri fulminati metallici come platino, argento, piombo e mercurio. Questi fulminati metallici hanno anch’essi una natura misteriosa e risolvere il loro segreto potrebbe avere importanti implicazioni pratiche. Ad esempio, la sintesi rapida e precisa di nanoparticelle metalliche potrebbe essere utile in campi come la medicina, la bioingegneria e la nanotecnologia.

In conclusione, il team di ricerca dell’Università di Bristol ha fatto un passo avanti nella comprensione del mistero del fumo viola prodotto dall’oro fulminante. Questa scoperta potrebbe avere importanti implicazioni pratiche e aprire nuove strade di ricerca nel campo delle nanoparticelle metalliche.

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