Piante aromatiche dell’antico Egitto: un profumo che dura nel tempo

Uno studio rivela che piante come il mirto e l’elicriso possono ancora emanare odori dopo 2.000 anni. Un’indagine che svela il significato simbolico dei profumi nei rituali funerari.

Tomba dell'antico faraone egiziano Tutankhamun nella Valle dei Re coperta di geroglifici

All’interno della famosa tomba del faraone Tutankhamun nella Valle dei Re, Luxor. (Sergii Figurnyi/Shutterstock.com)

Un recente studio condotto da scienziati dell’Università di Pisa in Italia ha rivelato che alcune piante aromatiche utilizzate nei rituali funerari dell’antico Egitto, come il mirto e l’elicriso, possono ancora emanare odori dopo quasi 2.000 anni. Questa scoperta suggerisce che queste piante possono conservare quantità rilevabili di composti organici volatili anche dopo tanto tempo.

Il mirto e l’elicriso sono state ampiamente utilizzate nell’antico Egitto, soprattutto durante i periodi romano e greco, come ornamenti sulle mummie e sembrano aver avuto un ruolo nei rituali funerari. Gli autori dello studio ipotizzano che l’uso di queste piante aromatiche potesse essere legato all’importanza del respiro per rianimare i defunti, poiché il loro profumo potrebbe aver stimolato questa capacità. Inoltre, l’elicriso, che non appassisce, potrebbe aver suggerito l’idea della sopravvivenza oltre la morte, mentre il suo colore dorato richiama la divinizzazione del defunto dopo la morte.

Utilizzando sofisticate tecniche scientifiche, come l’analisi di gas evoluta-spettrometria di massa e la pirolisi analitica a doppio colpo-cromatografia di gas-spettrometria di massa, i ricercatori hanno analizzato diversi campioni di mirto e elicriso, tra cui alcuni raccolti nel XIX secolo e altri provenienti dalla città egiziana antica di Faiyum, datati circa dal 1 d.C. al 400 d.C. I risultati hanno mostrato che i campioni contenevano ancora quantità rilevabili di composti organici volatili, compresi quelli provenienti dagli antichi campioni archeologici dell’Egitto.

Non solo le piante aromatiche, ma anche altri oggetti nelle tombe dell’antico Egitto hanno dimostrato di avere una sorprendente longevità. Ad esempio, quando la tomba di Tutankhamon fu scoperta nel 1922, gli archeologi trovarono un vaso di miele che, nonostante fosse stato conservato per 3.000 anni, aveva ancora un sapore dolce grazie al suo basso contenuto di acqua e al pH acido che impediscono il deterioramento. Inoltre, recentemente è stata scoperta la tomba di una regina dell’antico Egitto, contenente centinaia di giare di vino ben conservate, alcune delle quali potrebbero ancora contenere tracce di vino di 5.000 anni fa.

In conclusione, questo studio dimostra che alcune piante aromatiche utilizzate nell’antico Egitto possono ancora emanare odori dopo tanto tempo, suggerendo che i loro profumi potessero avere un significato simbolico nei rituali funerari. Inoltre, evidenzia anche la straordinaria conservazione di alcuni oggetti nelle tombe dell’antico Egitto, come il miele e il vino, che mantengono ancora le loro caratteristiche anche dopo millenni.

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