Le 10 scoperte archeologiche più importanti nel 2023

I ricercatori effettuano continuamente analisi su materiali vecchi e nuovi confutando ciò che, in passato, si credeva stabilito con certezza. Ciò avviene soprattutto nel campo dell’archeologia, che si limita alle testimonianze ritrovate di tempi antichi e di culture passate, dandoci una finestra per osservare il comportamento dei nostri antenati e la loro sorprendente inventiva. E quest’anno non ha fatto eccezione in termini di novità archeologiche, con innumerevoli scoperte interessanti.

Una struttura umana di quasi mezzo milione di anni


Nella cascata Kalambo, al confine tra Zambia e Tanzania, in Africa, gli archeologi hanno trovato tronchi conservati nel fango sabbioso che avevano 476.000 anni e mostravano segni di manipolazione umana. La scoperta è rivoluzionaria non solo perché dimostra che già i nostri antenati costruivano strutture in legno, ma anche perché resti di Homo sapiens furono rinvenuti solo dopo quel periodo, il che significa che il lavoro fu svolto da Homo naledi o Homo erectus.

Nave di schiavi ritrovata in Brasile


Il relitto di una nave americana del XIX secolo che affondò con 500 schiavi a bordo nel 1852 fu ritrovato ad Angra dos Reis, Rio de Janeiro. Chiamata Brigue Camargo, la nave era stata rubata da Nathaniel Gordon, l’unico americano a essere impiccato per traffico di schiavi, e probabilmente era stata affondata apposta dallo schiavista per cancellare le prove della rapina e del carico trasportato. La scoperta è ancora più incredibile perché la nave affondata fu l’ultima delle navi di schiavi ad attraccare in Brasile e il suo capitano fu l’unico americano condannato per traffico di schiavi. I resti si trovavano nel quartiere di Bracuí, dove si trovava un porto clandestino con lo stesso nome. Il ritrovamento archeologico è il più grande evento brasiliano dell’anno.

Arte egiziana nascosta


Con una tecnica avanzata di imaging chimico applicata sul campo, gli scienziati hanno scoperto arte nascosta nelle camere egiziane del 1.200 a.C, l’epoca di Ramses II. Versioni precedenti di pitture tombali sono state rivelate negli strati inferiori, dimostrando che gli artisti egiziani correggevano e modificavano le loro opere, come in un caso in cui uno scettro fu rimosso dal mento di un monarca raffigurato e il suo abbigliamento aggiornato con abiti reali più appropriati al suo tempo. La scoperta senza precedenti dovrebbe far avanzare l’uso della tecnica chimica in altre tombe e manufatti antichi.

I Neanderthal sapevano come produrre la farina


Quest’anno, dopo due decenni di analisi, i ricercatori hanno scoperto che i Neanderthal sapevano già macinare i cereali per produrre farina più di 40mila anni fa, dimostrando una capacità tecnologica che non avevamo mai nemmeno immaginato. Per il ritrovamento sono state studiate cinque macine rinvenute in Italia, dimostrando che anche l’Homo sapiens di quasi mille anni dopo produceva farina, ma con macine più avanzate, dimostrando che c’era uno scambio culturale e tecnologico tra le specie.

L’incredibile acustica di Stonehenge


Nell’ennesima dimostrazione che la scienza è in costante aggiornamento, i ricercatori nel campo dell’acustica hanno scoperto che Stonehenge aveva proprietà sonore incredibili, amplificando i suoni interni del monumento britannico e attutendoli a chiunque si trovasse al di fuori del cerchio. Per raggiungere questo obiettivo è stata costruita una replica di come sarebbe stato l’edificio a suo tempo, all’interno di uno studio dedicato, testando anche come sarebbe stato il riverbero del suono con gli esseri umani all’interno. A quanto pare, i misteriosi costruttori di 5.000 anni fa erano esperti di acustica.

Geometria nel tunnel di Cleopatra


Questo è stato un anno prolifico per l’archeologia egiziana. Questa volta, un tunnel trovato sotto la città di Taposiris Magna ha rivelato proprietà architettoniche e geometriche impressionanti: è stato costruito da entrambe le estremità, che erano unite a metà della sua lunghezza durante il periodo tolemaico, tra il 304 a.C. e il 30 a.C. Si tratta di un progetto unico, uno dei soli due acquedotti costruiti nella storia con questa tecnica, che richiede calcoli matematici precisi ed eccezionali per l’epoca.

Prima pittura rupestre di Araucaria


A Piraí do Sul, nel Paraná, nel 2023 c’è stata un’altra importante scoperta archeologica brasiliana: si tratta delle prime pitture rupestri con alberi di araucaria mai viste. Probabilmente furono realizzate dall’etnia Macro-Jê fino a 3mila anni fa, e accompagnano disegni di esseri umani o animali che si arrampicano sui rami. Con analisi più approfondite sarà possibile scoprire di più anche sull’età delle specie arboree nella regione meridionale.

L’Amazzonia precoloniale contava 10 milioni di persone


Un team di scienziati ha scoperto che, prima dell’arrivo dei colonizzatori europei, la regione contava fino a 10 milioni di persone che l’hanno popolata nel corso di migliaia di anni. È stato un anno prolifico per le tecnologie di rilevamento satellitare, con le città Maya perse nella giungla che hanno avuto un ruolo importante anche nella scienza. Nella sezione boliviana della foresta amazzonica sono state rinvenute 22 piramidi di terra e 26 insediamenti della cultura Casarabe, dal 500 al 1.400 d.C., dimostrando l’esistenza di società urbanizzate a bassa densità che occupavano fino a 16mila km². Le popolazioni originarie che abitavano la foresta modificarono piante e territori, commerciando e lottando tra loro, segni di grande complessità sociale.

Possibile piramide più antica del mondo


L’archeologia non è una scienza esatta a causa della difficile natura delle sue fonti. Una scoperta controversa di quest’anno, o meglio una conclusione controversa, è che Gunung Padang, una struttura indonesiana costruita tra il 25.000 a.C. e il 1.100 a.C. da diverse popolazioni, sarebbe la piramide più antica del mondo, anteriore a Göbekli Tepe, un complesso di megaliti ( strutture di pietra) dalla Turchia che risale a 11.000 anni fa per alcuni millenni. Il megalite potrebbe ancora avere camere nascoste e sezioni sepolte, ma la sua costruzione è un mistero, così come lo erano i cacciatori-raccoglitori dell’epoca, il che solleva dubbi nella comunità scientifica. Che la piramide sia la più antica o meno, continuerà a far parlare la gente finché non ne individueremo le origini.

Una pergamena carbonizzata proveniente dal Vesuvio


Grazie all’intelligenza artificiale un team di esperti ha scoperto il contenuto di una pergamena carbonizzata dall’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C. Anche se pietrificato e chiuso, il documento è stato decifrato grazie ad un software, che ha contribuito a rivelare la sua prima parola, “poprhyras”, che in greco significa “viola”. Il ritrovamento ha rappresentato un traguardo importante per l’archeologia e potrebbe aprire la strada a nuove scoperte in futuro.