I misteriosi cerchi del deserto rimangono senza spiegazione scientifica

I misteriosi cerchi fatati del deserto del Namib: un enigma che intriga gli scienziati

Da anni, i curiosi cerchi che si formano nelle praterie aride ai margini del deserto del Namib, in Namibia, catturano l’attenzione di scienziati e appassionati. Noti come “cerchi fatati”, questi enigmatici disegni naturali spiccano come zone sterili all’interno di un paesaggio dominato da ciuffi d’erba sparsi. La loro origine, avvolta nel mistero, continua a stimolare indagini scientifiche di livello internazionale.

Un team di ricercatori delle Università di Göttingen, in Germania, e Ben Gurion, in Israele, ha dedicato un nuovo studio a questi fenomeni. Il gruppo si è posto l’obiettivo di comprendere il motivo per cui in queste aree l’erba non riesca a prosperare oltre poche settimane, trasformandole in ciò che gli studiosi definiscono una “zona della morte“.

Le ipotesi: termiti e autorganizzazione vegetale

Tra le prime teorie proposte, quella più nota attribuiva la formazione dei cerchi a un’attività specifica della termite Psammotermes allocerus. Tuttavia, le osservazioni sul campo non hanno trovato prove definitive a sostegno di questa ipotesi.

Un’alternativa affascinante suggerisce che i cerchi siano il risultato di un fenomeno di autorganizzazione delle piante, noto anche come intelligenza collettiva. In ambienti estremi come il deserto del Namib, le piante svilupperebbero schemi circolari per ottimizzare la raccolta delle risorse, in particolare l’acqua. Questa disposizione garantisce la sopravvivenza dei ciuffi d’erba più grandi situati ai margini dei cerchi, a scapito di quelli più giovani al centro.

Secondo i ricercatori, questa strategia funziona come un sistema naturale di “gestione idrica“: l’acqua piovana si concentra in profondità nel terreno, dove è accessibile solo alle radici più robuste, lasciando il suolo superficiale arido e incapace di sostenere nuove piante.

Il metodo di studio e le conclusioni

Lo studio, pubblicato sulla rivista Perspectives in Plant Ecology, Evolution and Systematics, ha monitorato circa 500 ciuffi d’erba in quattro diverse regioni della Namibia tra il 2023 e il 2024. I ricercatori hanno misurato l’umidità del suolo e osservato come le piante reagiscano alle piogge, rilevando che all’interno dei cerchi l’acqua evapora più rapidamente rispetto alle aree circostanti.

Gli strati più profondi del terreno, tuttavia, conservano l’umidità più a lungo, favorendo le radici delle piante ai margini. “Con un apparato radicale sviluppato, queste erbe sfruttano efficacemente l’acqua disponibile, acquisendo un vantaggio competitivo immediato dopo le piogge”, spiega Stephan Getzin, uno degli autori principali dello studio.

Un mistero ancora aperto

Nonostante i risultati ottenuti, i cerchi fatati del Namib continuano a essere oggetto di speculazioni. Gli scienziati sottolineano che l’autorganizzazione vegetale potrebbe non essere l’unico fattore determinante: anche parassiti vegetali e microbi fitopatogeni potrebbero giocare un ruolo nella creazione di questi curiosi schemi naturali.

Pertanto, ulteriori ricerche saranno necessarie per svelare completamente il segreto di questi cerchi magici che, in bilico tra scienza e poesia, continuano a stimolare l’immaginazione umana.

Fonte:

https://www.uni-goettingen.de/en/891.html?id=7403