La rivoluzione ecologica dei polimeri biodegradabili: una speranza per l’ambiente

Sostituzione dei microplastici con materiali biodegradabili innovativi e sostenibili

Un’alternativa ecologica ai dannosi microgranuli utilizzati in alcuni prodotti per la salute e la bellezza è stata sviluppata dai ricercatori del MIT. Questi nuovi polimeri, creati per sostituire i microplastici, si decompongono in zuccheri e aminoacidi innocui, offrendo potenziali benefici sia nel settore cosmetico che in quello nutrizionale.

I microplastici, minuscole particelle di plastica diffuse in tutto il pianeta, rappresentano una grave minaccia ambientale. Provenienti dal deterioramento di oggetti di uso quotidiano come pneumatici, abbigliamento e imballaggi in plastica, sono anche comunemente aggiunti a detergenti, cosmetici e altri prodotti di bellezza. Per affrontare questa crescente problematica, gli ingegneri chimici del MIT hanno sviluppato materiali biodegradabili che si degradano in zuccheri e aminoacidi, garantendo una maggiore sostenibilità.

Ana Jaklenec, ricercatrice principale presso l’Istituto Koch del MIT per la Ricerca Integrata sul Cancro, sottolinea l’importanza di guardare al futuro e concentrarsi sulla creazione di materiali che non generino microplastici fin dall’inizio. Questi polimeri ecologici potrebbero anche essere utilizzati per incapsulare nutrienti come la vitamina A, offrendo potenziali benefici per le persone affette da carenze nutritive.

L’articolo, pubblicato su Nature Chemical Engineering il 6 dicembre, vede come autori principali Linzixuan (Rhoda) Zhang, studentessa laureata del MIT in ingegneria chimica, insieme a Jaklenec e Robert Langer, professore dell’Istituto MIT e membro dell’Istituto Koch.

I ricercatori hanno sviluppato materiali biodegradabili basati su poli(beta-amino esteri), che si decompongono in zuccheri e aminoacidi. Questi polimeri, modificabili nella composizione per regolare proprietà come l’idrofobicità e la resistenza meccanica, sono stati testati con successo per incapsulare nutrienti come vitamine e minerali.

Le particelle biodegradabili hanno dimostrato di resistere all’esposizione all’acqua bollente per due ore e di conservare l’integrità dei nutrienti anche dopo sei mesi di conservazione a temperature elevate e alta umidità. Incorporate in cubetti di brodo, comunemente consumati in molte regioni africane, le particelle hanno mantenuto intatti i nutrienti anche dopo essere stati bolliti per due ore.

Inoltre, le particelle si sono dimostrate efficaci nel rimuovere tracce di inchiostro e eyeliner impermeabile dalla pelle, superando in efficacia i detergenti tradizionali contenenti microgranuli di polietilene. La sicurezza delle particelle è stata testata su cellule intestinali umane coltivate, non rilevando danni alle dosi previste per la fortificazione alimentare.

Attualmente, i ricercatori stanno lavorando per testare ulteriormente le microplastiche in applicazioni detergenti e alimentari, con l’obiettivo di condurre uno studio clinico umano entro la fine dell’anno. L’obiettivo è ridurre significativamente la quantità di microplastici rilasciati nell’ambiente da prodotti per la salute e la bellezza, contribuendo così a mitigare l’impatto ambientale di tali materiali.

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