Antiche e misteriose sepolture con decine di cavalli trovate in Siberia

Antiche e misteriose sepolture con decine di cavalli trovate in Siberia

Un recente studio ha rivelato una sepoltura di 2.800 anni fa scoperta in un kurgan (un grande tumulo funerario) a Tuva, una regione della Siberia meridionale, che potrebbe rappresentare una delle prime manifestazioni delle pratiche funerarie scite. Il tumulo risale alla fine dell’età del bronzo e all’inizio dell’età del ferro ed è uno dei più antichi esempi conosciuti di sepolture con caratteristiche simili a quelle degli Sciti, una cultura enigmatica che non lasciò tracce scritte ma che divenne famosa per le sue pratiche di sepoltura rituale e sacrifici. Il sito di Tuva si trova in una valle ricca di altri tumuli funerari, nota come la “Valle siberiana dei Re”, e il kurgan in questione è stato datato alla fine del IX secolo a.C. tramite datazione al radiocarbonio, suggerendo che potrebbe segnare l’inizio di una tradizione funeraria che sarebbe durata secoli.

Il kurgan ha restituito numerosi resti, tra cui decine di cavalli sacrificati e un essere umano che si ritiene sia stato sacrificato. Gli archeologi hanno trovato anche attrezzi per l’equitazione e manufatti decorati con immagini di animali, indicanti una cultura simile a quella degli Sciti, che si sviluppò migliaia di miglia a ovest. Alcuni dei cavalli scoperti avevano ancora morsi di ottone conficcati tra i denti, un dettaglio che conferma l’intenzione rituale della sepoltura. I resti umani trovati nel kurgan appartengono probabilmente a vittime sacrificali, dato che le persone d’élite sepolte in questi tumuli venivano generalmente collocate all’interno del tumulo, mentre le vittime umane venivano sepolte sopra o intorno ad esso.

Gli Sciti, come descritto dal famoso storico greco Erodoto, praticavano sacrifici rituali in onore dei loro sovrani defunti, spesso sacrificando decine di cavalli e servi per accompagnare il defunto nell’aldilà. Secondo Erodoto, i cavalli venivano sventrati e impagliati, mentre le vittime sacrificate venivano sistemate in modo che sembrassero “cavalcare” attorno al tumulo come una “cavalcata spettrale”. Sebbene non sia stato possibile determinare esattamente come le vittime e i cavalli fossero disposti attorno al tumulo di Tuva, a causa della decomposizione dei materiali organici e del legno, è probabile che i ritrovamenti di Tuva siano una testimonianza di questi elaborati rituali.

L’analisi dei cavalli ha rivelato che la maggior parte di essi aveva un’età compresa tra i nove e i quindici anni, con alcuni che superavano i venti anni. Ciò suggerisce che non venivano sacrificati i cavalli migliori della mandria, ma probabilmente quelli che avevano un ruolo simbolico o pratico nel rituale. Sebbene le ossa frammentate delle vittime sacrificate non abbiano rivelato segni evidenti di trauma, gli archeologi ritengono che questi sacrifici avevano una funzione di “guardiani” o servitori nell’aldilà, come descritto nelle antiche narrazioni storiche.

Questa scoperta offre nuovi spunti per comprendere le tradizioni scite e i loro rituali di sepoltura, che erano caratterizzati da elaborati sacrifici per onorare la morte dei membri più importanti della società. Sebbene non ci siano tracce scritte dirette di queste pratiche, le testimonianze archeologiche e i resoconti storici come quelli di Erodoto ci permettono di ricostruire, almeno in parte, le credenze e le tradizioni scite. Gli scavi continueranno, e nuovi indizi potrebbero emergere per svelare ulteriormente i misteri di questa affascinante cultura antica.

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