Un team multidisciplinare di scienziati ha recentemente discusso dei limiti intrinseci della vita, sottolineando che non tutto ciò che possiamo immaginare è necessariamente realizzabile. Questa riflessione ha portato alla luce l’importanza di escludere alcune forme di vita in base alle leggi scientifiche, al fine di concentrare le energie sia nella ricerca di vita su altri pianeti che nella creazione in laboratorio.
La ricerca di vita extraterrestre attualmente si concentra principalmente sulla ricerca di acqua liquida. Ad esempio, l’oceano liquido all’interno di Europa ha ispirato la NASA a lanciare l’Europa Clipper, mentre la presenza storica di acqua su Marte continua a guidare gli sforzi di ricerca interplanetaria. Tuttavia, alcuni critici esterni al settore sollevano dubbi sul fatto che questo approccio sia troppo limitato dalle nostre esperienze terrestri, chiedendosi se la vita aliena potrebbe essere radicalmente diversa da ciò che conosciamo.
Il team di scienziati ha pubblicato un articolo che esplora i concetti fondamentali della “logica della vita” e le caratteristiche comuni che potrebbero essere necessarie per la vita in generale. Ad esempio, ogni organismo sulla Terra funziona come un motore termodinamico, acquisendo energia dall’ambiente per sostenere le funzioni biologiche essenziali. Questo principio è strettamente legato alle leggi della termodinamica, che richiedono che le forme di vita generino entropia e emettano calore.
Inoltre, la trasmissione delle informazioni ai discendenti è cruciale per la sopravvivenza delle forme di vita. Questo processo coinvolge la replicazione delle informazioni contenute nelle cellule e la riproduzione dell’architettura cellulare incorporata. Le cellule devono essere in grado di separare i componenti molecolari dall’ambiente circostante, il che suggerisce la necessità di una parete cellulare permeabile ma selettiva.
Gli autori dell’articolo sottolineano che, nonostante la diversità della vita sulla Terra, esistono alcune caratteristiche comuni che potrebbero essere universali. Ad esempio, la presenza di unità cellulari riconoscibili e la divisione cellulare come meccanismo di replicazione sono elementi che potrebbero essere condivisi da diverse forme di vita, anche extraterrestri.
Infine, l’articolo invita a considerare lo “spazio morfologico”, un concetto che rappresenta le diverse caratteristiche strutturali delle entità viventi. Attraverso questo spazio, si evidenzia che alcune caratteristiche potrebbero essere comuni a tutte le forme di vita, come ad esempio la selezione naturale e l’evoluzione di tratti positivi in un contesto di gruppo.
In definitiva, l’articolo offre una prospettiva interessante sulla ricerca di vita extraterrestre e sulla creazione di vita artificiale, suggerendo che esistono limiti e caratteristiche comuni che potrebbero guidare la nostra comprensione delle forme di vita nell’universo.
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