Scoperta Innovativa sull’Eliminazione dei PFAS
Un recente studio dell’Università di Buffalo ha rivelato un ceppo batterico isolato da suolo contaminato, capace di degradare i legami carbonio-fluoro presenti nei PFAS. Questi composti chimici sono noti per la loro persistenza nell’ambiente e il ceppo, identificato come Labrys portucalensis F11, ha dimostrato di affrontare anche i PFAS a catena più corta.
Strategie di Bonifica Tradizionali e Nuove Scoperte
Le strategie di bonifica dei PFAS si sono tradizionalmente concentrate sulla cattura e sul contenimento. Tuttavia, la ricerca suggerisce che alcuni microrganismi possano smantellare i legami chimici resistenti dei PFAS. Il team di ricerca ha scoperto che il ceppo F11 è in grado di:
- Degradare e trasformare almeno tre diverse tipologie di PFAS
- Ridurre i sottoprodotti tossici generati durante il processo di degradazione
Risultati dello Studio Pubblicato
I risultati, pubblicati sulla rivista Science of the Total Environment, mostrano che il batterio F11 ha metabolizzato oltre il 90% dell’acido perfluorottano solfonico (PFOS) in 100 giorni. Il PFOS è uno dei composti PFAS più diffusi e pericolosi, classificato come tale dall’Agenzia per la Protezione Ambientale degli Stati Uniti nel 2022. Inoltre, F11 ha degradato:
- 58% dell’acido carboxilico fluorotelomer 5:3
- 21% del sulfonato fluorotelomer 6:2
La Sfida della Degradazione dei PFAS
La principale sfida nella degradazione dei PFAS è la robustezza del legame carbonio-fluoro. Diana Aga, autrice principale dello studio, spiega che il ceppo F11 ha sviluppato la capacità di staccare il fluoro e metabolizzare il carbonio. A differenza di ricerche precedenti, questo studio ha considerato anche i metaboliti dei PFAS.

Importanza dei Sottoprodotti della Degradazione
Mindula Wijayahena, primo autore dello studio, sottolinea l’importanza di considerare i sottoprodotti della degradazione. La ricerca ha ricevuto supporto dal National Institute of Environmental Health Sciences e ha coinvolto collaborazioni con diverse istituzioni.
Utilizzo dei PFAS e Adattamento dei Microrganismi
I PFAS sono stati utilizzati in vari prodotti sin dagli anni ’50. Alcuni microrganismi hanno sviluppato la capacità di degradare questi contaminanti per utilizzare il carbonio come fonte di energia. Aga osserva che se i batteri riescono a sopravvivere in ambienti inquinati, è probabile che si siano adattati per utilizzare i contaminanti chimici come nutrimento.
Metodologia di Ricerca e Risultati
Il ceppo F11, isolato da un sito industriale contaminato in Portogallo, ha dimostrato la capacità di rimuovere il fluoro da contaminanti farmaceutici. I ricercatori hanno testato F11 in condizioni controllate, rivelando che il batterio ha degradato alcuni PFAS e staccato gli atomi di fluoro.
Prospettive Future per il Ceppo F11
Nonostante i risultati promettenti, il ceppo F11 ha impiegato 100 giorni per biodegradare una parte significativa dei PFAS. Il team intende esplorare come stimolare F11 a consumare i PFAS più rapidamente. Aga conclude che il ceppo F11 potrebbe essere utilizzato per trattare acque e suoli contaminati da PFAS, attraverso processi di bio-augmentazione.
Conclusione e Riferimenti
La bio-augmentazione rappresenta un metodo promettente per la bonifica dei PFAS nell’ambiente. Riferimento: “Biodegradazione dei PFAS da parte di Labrys portucalensis F11: Evidenza di accorciamento della catena e identificazione di metaboliti di PFOS, 6:2 FTS e 5:3 FTCA” di Mindula K. Wijayahena et al., 4 gennaio 2025, Science of The Total Environment. DOI: 10.1016/j.scitotenv.2024.178348.