Scoperta del gene responsabile della colorazione arancione nei gatti
Nel 2024, dopo sei decenni di ricerche approfondite, i genetisti hanno finalmente identificato il gene che determina la caratteristica colorazione arancione dei gatti domestici. Due distinti gruppi di ricercatori hanno dimostrato che il pelo di colore infuocato, tanto amato dai proprietari di felini, è il risultato di una delezione in una regione non codificante del genoma del gatto. Questo mistero genetico, descritto come un vero e proprio enigma dal genetista Greg Barsh della Stanford University, ha catturato l’attenzione della comunità scientifica e del pubblico. La scoperta ha aperto nuove strade per la comprensione della genetica felina e ha suscitato un notevole interesse tra gli appassionati di gatti.
Meccanismo genetico della colorazione arancione
Barsh e il suo team hanno scoperto che le cellule della pelle dei gatti con pelo arancione esprimono una quantità di RNA del gene Arhgap36 ben tredici volte superiore rispetto a quelle dei gatti privi di questa colorazione. Inizialmente, i ricercatori si aspettavano di trovare una mutazione all’interno della sezione codificante del gene Arhgap36, ma sono rimasti sorpresi nel constatare che la chiave del fenomeno risiedeva in una delezione di 5 kilobasi situata nella sequenza precedente, che sembra influenzare l’espressione del gene stesso. Questa scoperta ha portato a una maggiore comprensione dei meccanismi genetici che governano la colorazione del pelo nei gatti e ha aperto la strada a ulteriori ricerche nel campo della genetica animale.

Analisi dei gatti arancioni e differenze di sesso
Questa delezione è stata riscontrata in tutti i gatti arancioni analizzati, all’interno di un ampio database che comprendeva 188 esemplari, di cui 145 arancioni, 6 calico/tortie e 37 non arancioni. Un aspetto interessante emerso dalla ricerca è che il gene mutato si trova sul cromosoma X, il che spiega le evidenti differenze di colorazione tra i sessi. Infatti, la maggior parte dei gatti arancioni è di sesso maschile, mentre le femmine tendono a presentare un patchwork di colori diversi. Queste osservazioni forniscono prove genetiche e genomiche solide a sostegno dell’ipotesi che la delezione di 5 kb sia responsabile della colorazione arancione legata al sesso. La comprensione di queste dinamiche è fondamentale per gli allevatori e gli appassionati di gatti.

Accoppiamenti e variabilità nei gattini
Da quando gli esseri umani hanno iniziato a convivere con i gatti, circa 10.000 anni fa, è sempre esistita la curiosità riguardo alla possibilità che un gatto nero e uno arancione potessero generare una varietà inaspettata di colori nei gattini. I gattini maschi di tali accoppiamenti tendono a essere per lo più arancioni o neri, come ci si potrebbe aspettare. Tuttavia, le gattine possono presentare un mix calico di nero, arancione e bianco, oppure una marmorizzazione tortie, con l’arancione che si mescola al nero. Entrambi i team di ricerca hanno confermato che la mutazione responsabile della colorazione arancione si trova sul cromosoma X, il che spiega le differenze nei modelli di colore tra i sessi. Questa variabilità nei gattini è affascinante e contribuisce alla diversità genetica della specie.
Inattivazione del cromosoma X e gatti arancioni
Nei mammiferi, uno dei due cromosomi X viene inattivato in modo casuale in ciascuna cellula, per evitare un’eccessiva espressione dei prodotti genici. Questo meccanismo lascia le gattine arancioni con una mutazione attiva in alcune cellule della pelle in sviluppo, mentre in altre cellule il cromosoma X con il gene mutato è disattivato. In rari casi in cui entrambe le copie del cromosoma X portano la mutazione, la femmina può svilupparsi come un vero e proprio “gatto arancione”, alla pari dei maschi. Questa scoperta ha importanti implicazioni per la comprensione della genetica e della biologia dei gatti, aprendo nuove prospettive per la ricerca futura.
Intelligenza e benessere dei gatti arancioni
Nonostante la loro fama di non essere i più intelligenti rispetto ad altre razze feline, non ci sono evidenze scientifiche che colleghino la colorazione arancione a deficit cognitivi. La mutazione non sembra avere effetti negativi sulla salute o sul benessere mentale dei gatti. Si sa che il gene Arhgap36 può causare problemi di sviluppo in altre specie quando è sovra- o sotto-funzionale. Tuttavia, nei gatti arancioni, il gene sembra essere sovraespresso solo nelle cellule pigmentarie, note come melanociti, sia in fase di sviluppo che mature. Questa informazione è fondamentale per sfatare miti e pregiudizi riguardo ai gatti arancioni e per promuovere una maggiore comprensione della loro natura.
Differenze tra gatti tortie e calico
La differenza tra gatti tortie e calico risiede nella presenza di una mutazione aggiuntiva che determina macchie bianche nei calico, influenzando la capacità dei melanociti in sviluppo di sopravvivere durante la loro migrazione dalla cresta neurale. Questo processo consente ai cloni di melanociti sopravvissuti di espandersi in aree corporee più ampie. La comprensione di queste differenze è cruciale per gli allevatori e per chiunque desideri approfondire la genetica dei gatti. La ricerca continua a svelare i misteri della genetica felina, contribuendo a una maggiore conoscenza della biodiversità e delle caratteristiche uniche di queste creature affascinanti.
Contributi alla ricerca genetica felina
Un secondo studio, condotto dal genetista Hidehiro Toh dell’Università di Kyushu, ha anch’esso identificato Arhgap36 come il gene responsabile della colorazione arancione nei gatti. I ricercatori hanno scoperto che un aumento dell’espressione di questo gene sopprime i geni responsabili dei pigmenti colorati, spostando la produzione di eumelanina da tonalità marrone scuro a nero, e favorendo la produzione di pheomelanina, che conferisce tonalità rosse e gialle. Questi risultati sono fondamentali per la comprensione della genetica felina e possono avere applicazioni pratiche nell’allevamento e nella conservazione delle razze feline.
Prospettive future nella genetica felina
Entrambi gli articoli sono attualmente disponibili online in attesa di revisione paritaria su bioRxiv, contribuendo così a un dibattito scientifico in continua evoluzione. Una versione precedente di questo articolo era stata pubblicata nel dicembre 2024, segnando un importante passo avanti nella comprensione della genetica felina. Puoi trovare ulteriori dettagli sui risultati di queste ricerche e sulle loro implicazioni per il futuro della genetica animale. La continua esplorazione di questi temi non solo arricchisce la nostra conoscenza, ma offre anche nuove opportunità per migliorare la salute e il benessere dei gatti domestici.

Yosei G/Unsplash