PFAS: 5 Rischi e Impatti Sulle Nostre Salute e Ambiente

Scopri come le sostanze chimiche persistenti minacciano la salute pubblica.

La diffusione delle sostanze chimiche persistenti nel nostro organismo

Fino al 99% della popolazione mondiale potrebbe contenere nel proprio organismo sostanze chimiche persistenti, note come PFAS, acronimo di sostanze perfluoroalchiliche e polifluoroalchiliche. Questi composti chimici, utilizzati per migliorare le caratteristiche di impermeabilità e resistenza alle macchie in numerosi prodotti di uso quotidiano, possono causare gravi problematiche sanitarie. È preoccupante sapere che i produttori di queste sostanze erano consapevoli dei rischi associati e hanno scelto di nasconderli, seguendo pratiche simili a quelle delle grandi aziende del tabacco. Le PFAS si trovano comunemente in articoli come:

  • Pentole antiaderenti
  • Imballaggi per fast food
  • Tessuti speciali
  • Schiume antincendio
  • Componenti di motori a reazione

La loro presenza diffusa è un chiaro segnale della necessità di una maggiore consapevolezza e regolamentazione riguardo all’uso di queste sostanze chimiche.

La persistenza delle PFAS nell’ambiente e nel corpo umano

Nonostante la loro invenzione risalga a meno di un secolo fa, le PFAS sono diventate onnipresenti nell’ambiente e nei corpi di molte specie animali, inclusi gli esseri umani. Questa diffusione è dovuta alla straordinaria persistenza di queste sostanze, progettate per non degradarsi facilmente né nell’ambiente né all’interno dell’organismo umano. La loro struttura chimica conferisce loro una resistenza eccezionale al calore, all’acqua e agli oli, permettendo così un accumulo progressivo nel suolo, nelle fonti d’acqua, nella fauna selvatica e nei tessuti umani. Un studio del 2023 condotto da ricercatori dell’Università della California a San Francisco e dell’Università del Colorado ha analizzato documenti riservati di DuPont e 3M, i principali produttori di PFAS, utilizzando metodologie simili a quelle impiegate per rivelare le strategie dell’industria del tabacco. Queste scoperte evidenziano l’urgenza di affrontare il problema delle PFAS e di proteggere la salute pubblica.

Le evidenze contro l’industria chimica e la mancanza di trasparenza

I documenti interni, risalenti a un periodo di 45 anni, dal 1961 al 2006, sono emersi durante una celebre causa legale promossa dall’avvocato Robert Bilott, la cui vicenda ha ispirato il film “Dark Waters” del 2019. Le evidenze contenute in questi documenti dimostrano che le aziende possedevano informazioni significative riguardo alla potenziale pericolosità delle PFAS, ma hanno scelto di non pubblicare tali dati e di non comunicarli all’Agenzia per la Protezione Ambientale (EPA), contravvenendo così alle normative vigenti negli Stati Uniti. Secondo Tracey J. Woodruff, professore e direttore del Programma UCSF sulla Salute Riproduttiva e l’Ambiente, questi documenti offrono prove inconfutabili che l’industria chimica era a conoscenza dei rischi associati alle PFAS e ha omesso di informare il pubblico, i regolatori e persino i propri dipendenti. In un comunicato, Woodruff ha sottolineato l’importanza di queste scoperte, evidenziando la necessità di una maggiore trasparenza e responsabilità da parte delle aziende chimiche.