Nuovo studio rivela l’impatto di un megatsunami in Groenlandia

Scoperte innovative sull'onda stazionaria e il cambiamento climatico

Un evento geologico straordinario in Groenlandia

Nel 2023, la Groenlandia ha vissuto un evento geologico di grande rilevanza, caratterizzato da una frana di notevoli dimensioni che ha generato megatsunami nel fiordo di Dickson. Questo fenomeno ha catturato l’attenzione della comunità scientifica internazionale, nonostante non si siano registrati feriti. Gli scienziati sono stati particolarmente colpiti dai segnali sismici inusuali che hanno accompagnato l’evento, suscitando interrogativi su cosa avesse realmente scosso il pianeta. La chiave per comprendere questo mistero risiedeva nei dati raccolti da una stazione di ricerca situata all’ingresso del fiordo. Questi dati hanno rivelato che due tsunami, originati dalle frane, avevano generato una seiche, un’onda stazionaria che ha continuato a risuonare nel fiordo per un’intera settimana, creando un’onda di interesse tra gli esperti.

Le vibrazioni e il loro impatto globale

L’intensità di questo evento geologico è stata tale che le vibrazioni prodotte sono state rilevate su altri continenti per un periodo di nove giorni. Tuttavia, la mancanza di osservazioni dirette delle seiche ha rappresentato un ostacolo significativo per la conferma di questa teoria. Recentemente, un team di scienziati dell’Università di Oxford ha adottato un approccio innovativo per analizzare i dati di altimetria satellitare. Questa tecnologia avanzata è in grado di misurare l’altezza della superficie terrestre, sia essa costituita da acqua che da terra, registrando il tempo impiegato da un impulso radar per viaggiare dal satellite alla Terra e tornare indietro. Questo approccio ha aperto nuove strade per la comprensione di fenomeni geologici complessi.

Utilizzo della tecnologia satellitare per l’analisi delle onde

Tradizionalmente, non ci si aspetterebbe di poter misurare un’onda utilizzando la tecnologia di altimetria satellitare, poiché le osservazioni sono solitamente troppo distanziate. Tuttavia, il nuovo studio ha sfruttato i dati forniti dal satellite Surface Water Ocean Topography (SWOT), che offre un’accuratezza senza precedenti, con una risoluzione che può arrivare fino a 2,5 metri. Analizzando i dati relativi al periodo in cui i due tsunami hanno colpito il fiordo groenlandese, i ricercatori hanno identificato chiare pendenze trasversali, con differenze di altezza che raggiungevano i 2 metri. Inoltre, hanno osservato che queste pendenze si muovevano in direzioni opposte, dimostrando così che le onde rimbalzavano effettivamente avanti e indietro attraverso il canale d’acqua, fornendo nuove informazioni sul comportamento delle onde in situazioni estreme.

Implicazioni per la ricerca scientifica e il cambiamento climatico

Per chi si fosse trovato a praticare tubing nel fiordo di Dickson in quel momento, sarebbe stata una giornata da incubo. Successivamente, il team di ricerca ha correlato questi dati con informazioni sulla crosta terrestre registrate a migliaia di chilometri di distanza, consentendo loro di tracciare il movimento dell’onda anche quando il satellite non stava acquisendo immagini. Le osservazioni effettuate non potevano essere spiegate da movimenti del vento o delle maree, permettendo così al gruppo di visualizzare finalmente cosa avesse scosso la Terra durante quella settimana. Questo studio rappresenta un passo avanti significativo nella comprensione dei fenomeni oceanici e delle loro interazioni con il cambiamento climatico.

Conclusioni e prospettive future

“Il cambiamento climatico sta dando origine a nuovi estremi, invisibili”, ha dichiarato Thomas Monahan, principale autore dello studio e ricercatore presso il Dipartimento di Scienze Ingegneristiche dell’Università di Oxford. “Questi estremi stanno cambiando più rapidamente nelle aree remote, come l’Artico, dove la nostra capacità di misurarli utilizzando sensori fisici è limitata. Questo studio dimostra come possiamo sfruttare la prossima generazione di tecnologie di osservazione della Terra tramite satellite per studiare questi processi. SWOT rappresenta una svolta per l’analisi dei fenomeni oceanici in regioni come i fiordi, che i satelliti precedenti faticavano a monitorare. Non solo l’accuratezza senza precedenti può aiutarci a svelare alcuni misteri del passato, ma potrebbe rivelarsi fondamentale nel monitorare gli estremi oceanici futuri, inclusi tsunami, mareggiate e onde anomale. Sebbene possa sembrare inquietante, queste informazioni sono vitali mentre ci adattiamo a vivere su un pianeta in continua evoluzione.” I risultati di questo studio sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Nature Communications, contribuendo così a una maggiore comprensione dei fenomeni naturali e delle loro implicazioni per il futuro.