Le impronte digitali non sono uniche, la ricerca sconfessa un mito

Da sempre considerate come il metodo ideale per l’individuazione dei colpevoli sulla scena del crimine, le impronte digitali potrebbero non essere così sicure. A rilevare i dubbi sull’utilizzo di questo particolare strumento di identificazione, è uno studio dell’Associazione americana per l’avanzamento delle scienze (Aaas), in un rapporto realizzato da un team esperti specializzati. La ricerca prende in esame le varie tecniche che prevedono l’analisi e l’utilizzo delle impronte digitali latenti, ovvero quei segni invisibili lasciati sulla superficie degli oggetti dai polpastrelli e composte da creste e solchi affiancati in un preciso disegno.

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Le impronte digitali non sono uniche, la ricerca sconfessa un mito

Il risultato dello studio dimostra come non esista un metodo univoco degli esperti per associare le impronte agli individui. Insomma quello che emerge dalla ricerca è che molto probabilmente le impronte digitali non rappresentino uno strumento di identificazione completamente affidabile. Non esiste, inoltre, un metodo che consenta di stimare la quantità di soggetti che condividono un’impronta digitale con le medesime caratteristiche e nei sistemi di confronto l’errore umano non può essere affatto escluso. In pratica, alla luce di questi diversi aspetti, è impossibile affermare che le impronte digitali possano venire ricollegate al 100% ad un unico soggetto.