Rischia di collassare da un momento all’altro: il famoso telescopio di Arecibo verrà smantellato

Una brutta notizia per gli appassionati di astronomia: il telescopio di Arecibo dovrà essere smontato in seguito a due gravi danni non più riparabili. È in funzione da 57 anni

È sopravvissuto ad ogni tipo di evento estremo ma il suo attuale stato non consente più di intervenire con adeguate riparazioni e per questo verrà msmantellato. È una notizia che fa male quella riguardante il famoso radiotelescopio di Arecibo che come confermato durante una conferenza stampa del vicedirettore della National Science Foundation Sean Jones dovrà essere smontato a seguito di alcuni profondi danni riscontrati. Negli ultimi mesi infatti la rottura di due importanti cavi hanno reso la struttura estremamente pericolosa al punto che potrebbe collassare da un momento all’altro: ma ciò che è peggio è il fatto che non la si possa riparare dato che la vita del personale sarebbe messa a serio rischio. “Comprendiamo quanto Arecibo significhi per la comunità della ricerca e per Porto Rico” ha sottolineato Jones, confermando come la decisione dello smantellamento non sia stata presa a cuor leggero. Un terremoto o un violento uragano potrebbe far crollare l’intera struttura del radiotelescopio, che pesa oltre 900 tonnellate e si trova sospesa a 137 metri sopra l’antenna parabolica. Un suo collasso provocherebbe dunque il crollo di altre torri e di tutti gli altri cavi, provocando danni enormi ed impossibile da controllare. Meglio dunque una disattivazione controllata dopo 57 anni di onorato servizio, come spiegato dal direttore della divisione astronomia della NSF, Ralph Gaume.

Nel 2020 Arecibo venne danneggiato da diversi uragani e tra agosto e novembre di quest’anno si sono rotti due cavi che sorreggono la struttura. L’osservatorio, apparso anche in diverse produzioni cinematografiche, ha permesso di fare importanti scoperte astronomiche: come quelle riguardanti il periodo di rotazione di mercurio intorno al Sole, stimato in soli 59 giorni; o l’individuazione della prima prova che confermava l’esistenza delle stelle di neutroni. Gli astronomi lo hanno utilizzato per la classificazione dei primi pianeti extra solari che orbitano attorno alla pulsar PSR B1257+12). O ancora per inoltrare un messaggio nel cosmo dirigendolo verso l’ammasso globulare M13 a 25mila anni luce dalla Terra.