Acqua ricavata dall’aria: l’invenzione di un ingegnere spagnolo che potrebbe salvare le popolazioni dalla siccità

Il dispositivo, perfezionato dopo trentanni di studio, può essere trasportato e facilmente impiegato anche in aree remote e desertiche.

I mutamenti climatici stanno spingendo l’umanità verso condizioni di vita del tutto nuove e, soprattutto nelle aree più esposte, a temperature che sono al limite della sopportabilità umana. La siccità che attanaglia l’Europa in queste settimane è solo una delle conseguenze di questo processo e ci ricorda come sia essenziale preservare l’acqua. Ma una nuova invenzione potrebbe risolvere questo problema sempre più grave. Grazie all’imprenditore-ingegnere spagnolo Enrique Veiga, migliaia di persone potrebbero salvarsi dalla mancanza dalla siccità. Con la sua compagnia Aquaer, l’uomo è riuscito ad ricavare l’acqua dall’aria. Il meccanismo funziona attraverso l’elettricità che raffredda l’aria che, a sua volta, si condensa trasformandosi in acqua in un processo che è simile alla condensazione che avviene negli impianti di condizionamento.

Acqua ricavata dall’aria: l’invenzione di un ingegnere spagnolo che potrebbe salvare le popolazioni dalla siccità

Esistono anche apparecchiature simili, ma questo generatore d’acqua è l’unico che non necessita di temperature particolari per funzionare, visto che garantisce la produzione dell’acqua fino a quaranta gradi, e nemmeno di un particolare ambiente con un elevato tasso di umidità. Ed è su questo aspetto che la soluzione spagnola si rivela ben più semplice da applicare rispetto alle altre visto che può essere usata anche nelle aree desertiche. La quantità di acqua dipende dalle dimensioni della macchina usata: compresa tra i 75 litri al giorno per la più piccola fino ai 5.000 litri del dispositivo con dimensioni maggiori. “Il nostro obbiettivo – dichiara l’ingegnere spagnolo – è portare il nostro apparecchio nelle aree più estreme, magari nei campi profughi dove l’approvvigionamento è impossibile”. Usato già da tempo in un campo per profughi in Libano e per diverse comunità namibiane, l’apparecchio ha già dimostrato di poter essere usato senza problemi. Con l’uso di pannelli solari, per la produzione di elettricità, potrebbe abbattere l’impatto ambientale e rendere possibile l’uso della tecnologia nelle aree più remote.